martedì 16 febbraio 2010

Operazione quadrifoglio

Che nella vita ci vuole fortuna lo sappiamo tutti, ma come si fa a distinguere il momento in cui questa fortuna ci sta attraversando? Cosa è veramente la fortuna? Perchè aiuta sempre gli audaci? Chi sono gli audaci in relazione alla fortuna? Come facciamo a sapere in cosa dobbiamo esserlo per accaparrarcene un pò?
Secondo me la fortuna non premia gli audaci. La fortuna è come un fulmine e l'audace e colui che sfida le intemperie cercando di prevedere in quale punto della terra possa cadere per farsi attraversare, quindi trovarsi nel momento giusto al posto giusto, solo che i fortunati non sono come quello che va in cerca del fulmine sotto la pioggia, è colui che passeggia beato e tranquillo sotto il sole e un fulmine a ciel sereno lo prende in pieno. Ma allora perchè usiamo dire:"non startene con le mani in mano, datti da fare, la fortuna non scende dal cielo!!" oppure mi fa ridere il controsenso sui giochi ad estrazione come il superenalotto. Dalla serie: "come vorrei vincere al superenalotto""e ma se non giochi non vincerai mai""si ma giocando è più sicuro che mi impoverisco che arricchisco""Si ma non si sa mai". Non si sa mai? Guardacaso ogni volta vince una schedina da 1 €, e tu sei lì con il tuo bel sistemino da 5-10€ che imprechi la sfortuna. E intanto i giorni e i mesi passano e tu sai che non vincerai mai, però "non si sa mai!!!"
L'esempio del superenalotto è solo uno dei tanti esempi della vita quotidiana in cui ci disperiamo per la mancanza di fortuna senza contare che entrano in gioco ogni volta una serie di variabili e fattori che se uno inizia a calcolarli non vive più. Ad esempio quando si organizza un viaggio si cerca di prevedere ciò che gli altri farebbero per evitare il traffico. Quindi magari si decide di partire di notte. Ma pensadoci, chi ti assicura che partendo di notte non trovi gli stessi cervelloni che magari la pensano come te. Per non parlare delle grandi famiglie che preferiscono partire di notte per approfittare del sonno dei figli per affrontare un viaggio sereno. Quindi, il prevedere se ci sarà traffico di giorno o di notte è impossibile e si arriva al momento della verità dove possiamo esclamare che fortuna! o che sfortuna!
Per quanto mi riguarda posso trarre delle piccole conclusioni:
1) Tutti siamo fortunati perchè se siamo vivi è solo dovuto al caso e al caos (primordiale)
2) L'uomo è così imprevedibile di natura che provare a risolvere il suo mistero sarebbe già una grande fortuna
3) Giocare al supenalotto è inutile, cammino ogni sera anche ad agosto con la tempesta ma mai un fulmine mi attraversa, però una schedina ogni tanto la gioco perchè faccio parte della schiera del "non si sa mai"
4) Faccio parte di quelli che si considerano sfigati, non perchè non mi considero fortunato, ma gli eventi scorrono in direzioni opposte a quelle che sono le mie aspettative.

In conclusione, è inutile cercare la fortuna. Il fulmine cade dove vuole lui.

sabato 6 febbraio 2010

Lettera ad Erasmo

Caro Erasmo,
  questa lettera avrei tanto voluto scrivertela per ringraziarti di averci portato ai massimi livelli del calcio che conta, ma purtroppo il destino ha voluto che questa lettera sia solo un pensiero in mezzo a quello dei tanti tifosi tarantini che ogni maledetta domenica sfidano ogni intemperia metereologica per sostenere i colori della nostra splendida città. Purtroppo non ti ho mai visto giocare, essendo dell'84 non ero nemmeno tra i pensieri dei miei genitori, ma il tuo nome è così forte che ogni volta che metto piede nello stadio che porta il tuo nome, sento gli spalti, le tribune il cemento che evoca le tue gesta, riesco a sentire i cori le urla di gioia per ogni tuo gol, e ogni volta sento una scossa elettrica che attraversa tutto il corpo ed è proprio in quei momenti che sono orgoglioso di essere tarantino e di seguire il Taranto in qualunque serie. Mio padre, i mie zii, i miei nonni, mi hanno sempre raccontato che eri oltre che un grande calciatore un grande uomo, un marito e sono sicuro che saresti stato un padre eccezzionale. Credo che per aver lasciato il segno così indelebile su una città intera in così poco tempo devi esser stato molto di più che un semplice calciatore.
Credo che per noi tarantini il Taranto rappresenti molto più che una squadra di calcio, una passione incontrollabile, sopra ogni ragione o logica. Sono sicuro che da lassù fai il tifo per noi e sono sicuro che D'Addario l'abbia mandato tu per salvarci da sorti tristi e portarci lì dove speravi di portarci tu.
Lo sentiamo tutti. Lo sappiamo tutti.
Con affetto inconzidionato, Emiliano.