venerdì 27 settembre 2013

Aggregazione in Trinacria

Si viaggia, come sempre sul nostro mezzo mezzo, un iveco daily. Si viaggia per tutta Italia, tocchiamo lo stivale da una punta all'altra per garantire l'ordine e la sicurezza pubblica. Questo elemento viene spesso omesso o dimenticato dai cittadini, preferiscono chiamarci quelli "violenti" che si divertono ad usare lo sfollagente contro i giovani e le persone per bene. Loro non sanno che lasciamo per settimane e settimane i nostri cari, le nostre famiglie, la nostra vita stessa per metterla al servizio dello Stato.
Cerco di vedere sempre l'altra faccia della medaglia. Giro il belpaese conoscendo luoghi nuovi e culture affascinanti perchè anche se come recita il detto tutto il mondo è paese è anche vero che ogni città conserva i propri colori e i propri profumi legati alla terra dove i nostri avi misero le radici delle nostre famiglie.
Questa aggregazione mi ha portato in Sicilia, e questa è la mia Caltagirone.
Il 18 settembre la sveglia suona presto, le 7.00. Una doccia rigenerante, preparo le ultime cose da mettere nello zaino, prendo la valigia e scendo a sistemare i miei effetti sul mezzo. L'umore dei colleghi è buono, nonostante tra loro ci sia gente non volontar. La prospettiva di rientrare a Bologna con un buon numero di ore si straordinario addolcisce l'amarezza per lasciare la propria famiglia a casa per 10 giorni.
Partiamo direzione Napoli, dove il traghetto ci porterà alla volta di Catania. Il viaggio è tranquillo, il tempo clemento. Sosta alla stradale di Settebagni (RM) per il pranzo ed eccoci arrivare nella cittá di pulcinella sempre affascinante con il Vesuvio che ti guarda dall'alto in tutta la sua maestositá.
Alle 21.00 il traghetto salpa in orario, il mare calmo ci fa strada, la notte incombe e archiviamo il primo giorno andando a letto in cabine essenziali ma tuttosommato comode.
Si arriva a Catania, città calcisticamente odiata da ogni buon spartano che si rispetti. Certe ferite hanno il potere di rievocare antichi dolori, ma questa volta il calcio non centra nel viaggio e cerco di catturare ogni aspetto che mi capiti davanti senza lasciarmi condizionare dalla mia fede calcistica. Si passa da un vulcano all'altro, dal Vesuvio all'Etna, i due monumenti naturali patrimonio dell'Italia intera. Passando per Catania si nota subito di come a differenza di Palermo sia molto più fresca, in giro si vedono molti ragazzi e la cittá appare molto pulita. Il nostro viaggio prosegue in direzione di Caltagirone quasi 36 km ad ovest nell'entroterra siciliana. Abbandoniamo la cittá per calarci in una realtà più cruda dove i cellulari non prendono, la televisione giusto qualche canale e gli unici svaghi sono rappresentati da passeggiate tra gli alberi e attivitá all'aperto. Tutto molto romantico se fossi li con la mia famiglia, sicuramente non avrei avuto motivi di lamentarmi per la totale assenza di comunicazione col mondo esterno. Ma ero li per lavoro e la mancanza di rete mi ha creato non pochi disagi.
Il primo approccio con Villa Tasca non è stato dei migliori, posto incantevole con questa struttura immersa nel verde degli ulivi, i colori dei fichi d'india e ornamentato dalle ceramiche di Caltagirone. Al di fuori sembra ci sia il deserto, distese di terra dalla quale spuntavano fichi d'india e arbusti come nella più classica rappresentazione della macchia mediterranea. Volendo la Sicilia è anche questa.
La sera partiamo per affrontare il primo turno di servizio presso il C.A.R.A. di Mineo a circa 20 km da dove alloggiavamo. Un centro di accoglienza per richiedenti di asilo politico. Tutti ci aspettavamo una struttura tipo carcere ma la realtà che si presentò davanti ai nostri occhi era ben diversa oltre ogni immaginazione.
Il cara di Mineo è un villaggio destinato ai soldati americani con ville a schiera giardini e campi sportivi. Si in termini pratici questi extracomunitari che fuggono daivpropri paesi arrivano in barconi sulla costa siciliana e poi li portano li in attesa di conoscere il proprio destino. sono più di 3000 gli ospiti che ogni giorno a nostre spese mangiano dormono e distruggono queste strutture per il quale lo Stato paga 50 milioni di euro l'anno di affitto al suo costruttore con la promessa di rimetterlo a nuovo una volta terminata l'esigenza. Più che riportare dati che credo siano o debbano essere pubblici non posso espormi più di tanto perchè i criminali non vanno in galera ma a te che non lo sei può sempre succedere. Il turno passa in fretta e torniamo a dormire nelle nostre piccole ma confortanti stanze a Villa Tasca.
Dopo la notte mi concedo mezza giornata di relax a Catania a trovare l'amico Peppino che non vedevo praticamente da due anni, dall'ultima estate sarda. Mi ha fatto piacere vedere che non sia cambiato per niente ed è stato bello poter scambiarci i racconti sui nostri nuovi ruoli di papà. Quel giorno era in programma la partita Catania - Parma e non potendoci andare per mancanza del biglietto mi accontento di seguirlo nel tradizionale appuntamento prepartita tanto caro ad ogni tifoso di calcio. Ci rechiamo al bar dove si ritrova con i suoi amici e ho la fortuna di conoscere gente squisita e per bene. Tra un bicchiere di redbull e vodka e una sigaretta si parla dell'attuale politica delle curve italiane e del calcio in generale, mai avrei creduto di poterlo fare con dei catanesi, ma il bello della vita è che ti da sempre l'occasione per ricrederti su cose o persone. Nel pomeriggio si abbatte la pioggia su Catania e il pullman mi riporta a Caltagirone dove raggiungo i colleghi per andare a consumare la cena.
Così passano altri quattro giorni in cui ci capita di far servizio presso una palestra ad Acireale dove una cinquantina di profughi siriani scappati alla guerra e all'idiozia del genere umano attendevano di essere identificati per essere poi trasportati proprio al C.A.R.A. di Mineo. Con loro riesco a scambiare giusto qualche chiacchiera a causa del mio scarso inglese, ma tanto bastava per farmi capire di come in Italia tutti arrivano con grandi aspirazioni rimanendo delusi di come un Paese meraviglioso come il nostro sia fonte di contraddizione dove il lavoro è utopia e nessuno conosce la lingua inglese mentre ai bambini siriani sin da piccoli insegnano tutte le lingue arabe, l'inglese e il francese. Un po' come se in Italia insegnassero ai bambini alle scuole tutte le lingue d'europa più cinese e giapponese. Fantascienza. Poi ti domandi chi sia il terzo mondo.
Le brutte notizie non conosco calendario e sul finire di questa aggregazione me ne arriva una di quelle che fanno tremare le gambe. Le mie preghiere sono rivolte tutte a te. Spero che sconfiggerai questo male che troppe vittime innocenti miete a Taranto. Ancora più motivato a portare la mia famiglia fuori da quell'inferno!
E così ora vi scrivo dalla Toscana di rientro alla base, domani si lavora a Bologna prima delle meritate ferie, corro ad abbracciare mia moglie e mia figlia che mi mancano come l'aria.
Il bilancio di questa aggregazione è molto positivo. Ho conosciuto posti nuovi, smentito mie credenze sui catanesi (che spero comunque finiscano in serie B) e riabbracciato un vecchio amico. Spero che ogni viaggio arricchirà il mio bagaglio di esperienze. D'altronde non si finisce mai di imparare.