sabato 8 dicembre 2012

La larga linea sottile

Sono sempre stato convinto che ogni cosa va vista da più prospettive per rendersi conto dell'effettiva forma e della sua sostanza. Così un crecker visto di lato è sottile ma visto dall'alto ha ben altra dimensione. Allo stesso modo piacere e dolore possono far parte della stessa forma geometrica. Tutto sta nell'analisi e nel suo sviluppo. L'uomo ha la capacitá inconscia di soffermarsi su una prospettiva e immaginarsi cosa c'è aldilá senza impegnarsi di verificare la sua veridicitá. D'altronde è apparentemente più semplice sperimentare uno stato d'animo e dare per scontato che il suo contrario lo sia anche in realtà soltanto per la sua etimologia, ma non è così perchè molto spesso raggiunto un obiettivo ci accorgiamo di come non sia come noi lo immaginavamo. E sono pronto a scommettere che la delusione sia molto più grande. Allora uno come fa a sapere qual'é la scelta giusta da fare e soprattutto come fare a tenere separati ragione, azione e cuore? È sempre una questione di prospettiva. Chi vede il mondo con il cuore dev'essere cosciente che incontrerà persone che lo vedono con la ragione o chi agisce impulsivamente fottendosene di fare danni a chi sta intorno.Lo capiremmo molto più facilmente se animali e piante potessero parlare. C'è a chi dispiace calpestare l'erbaccia e chi disbosca intere foreste senza sapere il dolore che provoca al mondo intero. Chi adotta cani al canile e chi li abbandona lungo l'autostrada. Per cui non conviene porsi il problema di essere ottimisti o masochisti se si decide di percorrere una strada; è più redditizio capire dove si vuole arrivare e in maniera automatica e naturale quella strada la si continuerà a percorrere o meno. Al mondo siamo solo noi e bisogna vivere consapevoli che le scelte che facciamo segnano la nostra vita in bene o in male. Ma non è meglio osservare il tutto da ogni angolazione invece che correre con i paraocchi? Keep calm sister. Non preoccuparti di capire se sei tu quella sbagliata, cerca di capire piuttosto se tutto quello che fai ne vale la pena. Poi essere ottimisti, pessimisti, masochisti, sadici, fessi, bravi, capaci e incapaci sono solo punti di vista..basta cambiare prospettiva e mangiarsi una volta per tutte questo crecker. Noi ti vogliamo bene qualunque cosa tu decida, ma vederti soffrire per qualcosa per cui non vale la pena ci fa dispiacere. Dico questo perchè essendo tu una persona che vede il mondo col cuore stai semplicemente incontrando persone sbagliate. Goditi la vita con i tuoi occhi e va avanti per la tua strada.

mercoledì 5 dicembre 2012

L'uomo e le sue passioni

La fortuna di avere colleghi che sono anche fratelli sta nel fatto che quando loro parlano, tu presti attenzione, ed invece di sentire ciò che dicono, tu ascolti ogni singola parola. E se sei bravo fai tesoro di ciò che ti racconta e lo utilizzi nella vita quotidiana. Vincenzo, così si chiama il collega, mi raccontava di come un collega che lavorava con lui a Bolzano, era un tipo che non mollava mai, durante un inseguimento a piedi o durante una semplice corsa, quando sentiva che le forze stavano per mancare, in quel momento trovava energie nascoste per dare ancora di più: "Quando stai per finire le forze devi dare il doppio, e quando anche queste stanno per finire, devi dare il doppio del doppio", una locomotiva umana. Se tutti noi seguissimo l'esempio di questa persona, sono sicuro che nella vita tutti saremmo felici. Già, ma l'uomo quando è felice? Qual'è il momento in cui tu trovi negli occhi di un uomo la vera felicità? La risposta non è così ovvia come si può credere, perchè l'unica cosa che rende davvero felice una persona sono le sue passioni.
Ma le passioni vengono sempre confuse con hobby o doveri. A me può piacere qualcosa, e la posso fare con piacere, con impegno, con sacrificio, con diligenza. Ma non coincide per forza con qualcosa che faccio per passione.
La passione è il fuoco, la motrice che ci mantiene vivi. L'uomo ha bisogno della sua passione. Ed è un concetto tanto ampio quanto soggettivo. Freud finì per configurare la passione con la libido, quell'impulso sessuale proveniente dal nostro Io. Personalmente preferisco intenderlo in senso molto più ampio, perchè molti sono convinti di fare qualcosa con passione, ma è ben diversa farla per passione.
Questo causa molti problemi perchè se una cosa la fai con passione, si rischia di dare tutto se stessi per una causa sbagliata, e al termine di un percorso si rischia di rimanere delusi, affranti. Ma ben diverso è se una cosa la fai con passione. Perchè lì non ti interessa arrivare primo, o essere il migliore, perchè sai già che comunque vada a finire hai fatto un ottimo lavoro, e chi di dovere saprà ringraziarti.
Quindi prima di dannarsi la vita, prima di considerarsi degli inetti, dei falliti, domandatevi: la cosa nella quale metto me stesso, è la mia passione? Sto dedicando la mia anima e il mio corpo a ciò che mi spinge a dare il massimo, a dare il doppio delle energie quando stanno finendo? E' la cosa che più mi riempie?
Perchè ci sono passioni e passioni amici miei. Molte di queste finiscono per logorare e distruggere una persona se non è abbastanza forte. Alcune passioni richiedono sacrifici ai quali non sappiamo se siamo all'altezza. Bene, quando farete qualcosa e non vi importerà niente di quest'ultima domanda, allora la risposta è affermativa. Sei vivo, non importa cosa succede o come andrà, stai alimentando la tua ragione di vita. Fa niente se nel farlo sarai sempre stanco, o avrai speso una fortuna in soldi, o hai allontanato delle persone a cui tenevi. Nasciamo soli in questo mondo e l'unico giudizio di cui ci dobbiamo preoccupare è quello della nostra coscienza. E la coscienza nonostante abbia davvero tanto spazio, interessa solo che ciò che si fa, lo si fa per mantenere acceso il fuoco, il cuore.
Non esiste ragione abbastanza razionale che possa impedire ad un cuore di battere e non esiste battito di un cuore che non possa spezzare le catene della razionalità. Basta solo ascoltarlo e vivere.

giovedì 29 novembre 2012

Frammenti di solitudine

Andando a spulciare le varie citazioni, i vari aforismi sulla solitudine, si nota come tutti abbiano in comune alcuni aspetti della condizione stessa. Anche le penne con i caratteri più vari si trovano d'accordo ad esempio sul fatto che la solitudine è una condizione umana dalla quale nessuno può tirarsi indietro e in qualche modo risulta necessaria per poter conoscere noi stessi. Eppure sembra che tali citazioni viaggino su una sottile linea che è divide la necessità di dover stare soli con il rimanere soli contro la nostra volontà. Nel primo caso si incoraggia la solitudine come sosteneva Seneca, la solitudine è per l'anima ciò che il cibo è per il corpo. Da qui la necessità di dover stare soli per stare bene con la propria anima e la propria coscienza come una alimentazione sana porta ad avere un buono stato di salute. "La vera, devastante solitudine non è di chi è solo da solo con se stesso, ma di chi è in due e dispera di poter essere di nuovo solo da solo" afferma invece Aldo Busi come voler dire a chi si sente solo: "Tranquillo, non è importante che ora ti stia ignorando, sarebbe peggio stare insieme e voler desiderare di non averlo". E in generale si può affermare tranquillamente che solitudine a molti suona come un allarme, come se questo stato porti in ogni caso ad uno stato depressivo. Certo può succedere, certe persone hanno un ego così elevato da essere completamente incompatibili con se stessi, quindi lasciarle nella propria solitudine è assai pericoloso. Ma chi riesce a vivere con se stessi e con gli altri e riesce a passare da uno stato di solitudine ad uno policomunicativo come si passa attraversa una porta sa in ogni istante della sua vita cosa sta succedendo. Il problema di chi non sa stare solo non è farsi tante domande e non sapere le risposte, ma non sapere quali domande porsi. La ricerca della verità, necessita, anzi esige una condizione di solitudine, di alienazione, di smarrimento. Altrimenti cercheremmo solo le verità che a noi ci fanno comode e non realizzare in quale direzione si sta andando. Questo porta alle famose domande: "Cosa mi sta succedendo?" "Dove sto sbagliando?" "Perchè Dio ce l'ha con me?" "Non troverò mai la persona giusta della mia vita" "Sento di non essere capita". Non è mentre le pensate che ve ne convincete, ma quando le mettete in pratica senza nemmeno saperlo. Il cervello umano è un'autostrada sulle quali viaggiono le nostre informazioni da far elaborare alla nostra anima per risultare quello che siamo e quello che gli altri vedono. E' come un allenamento ad essere ed apparire la stessa persona. Oggi mi guardo intorno e non vedo solo cattiveria nelle persone, ma in inquietudine nata dalla sproporzione tra essere e voler essere. Queste persone non hanno mai avuto un contatto con il proprio io e nel momento in cui ci si sono trovate come di fronte ad uno specchio, hanno gestito male la situazione cercando di convincersi che non sono loro ad avere un problema ma l'immagine riflessa dallo specchio.
Il mio consiglio invece è quello di prendersi delle pause dalle proprie vite, che esse vadano bene o male, che siano noiose o divertenti, piene o vuote,che siate single o sposati. Per essere soli e conoscersi non serve nient'altro che noi e possibilmente una bottiglia di whisky giusto per infettare le ferite subite sul campo di battaglia.
Non fatevi mai trovare impreparati a questo confronto, perchè come dicevo prima, soli si rimane per scelta ma soprattutto data la natura socievole dell'uomo, ci ritroviamo soli perchè scaricati in senso generale, e lì vuoi o non vuoi i conti con te stesso devi farli.
Per concludere una mia citazione: "Solitudine non è tenere lo sguardo abbassato affogando un dispiacere nello sconforto, ma guardare aldilà dell'orizzonte in cerca delle proprie verità assolute"

mercoledì 24 ottobre 2012

La mia A14

Parto..ma d'altronde non lo si fa sempre nel lungo viaggio della nostra vita?partiamo, ripartiamo..cadiamo ci rialziamo e ripartiamo più forti di prima..in qualitá di figlio della vita ho capito che non bisogna concederle nemmeno un cm..perchè lei ogni giorno se ne prende uno da noi..ripartiamo..non è il posto in cui ti trovi a farti sentire amato ma il posto in cui oggi ho lasciato il mio cuore..a Taranto dalle mie bambine..vi amo..ripartiamo..l'autostrada mi lascia a Bologna..mi aspettano giorni di fuoco ma va bene così..la vita mi chiede questo oggi..ora mi godo questo viaggio con dell'ottima musica come colonna sonora..parlo di AC/DC, Pink Floyd, Zoso, CCR, Red Hot ecc... Chissá se durante ip viaggio ricevero qualche dono...chissá..Ripartiamo dalla A14


sabato 22 settembre 2012

La prova più dura

C'è stato il tempo del buio. Il tempo in cui tutto appariva cupo, scuro, del tutto deformato rispetto alla realtà, il problema di chi vive nell'ombra è che una volta abituatosi, il buio non fa più paura e diventa la normalità. Tutto ciò che era a bianco diviene nero, tutte le sfumature che ci regala la natura si trasformano in tante graduazioni di grigi. E dopo un pò si riesce anche ad affermare che tutti quei grigi non sono male, che rilassano. Ciò è ancora più evidente quando qualcuno munito di una lampadina ti fa notare che forse è ora di abbandonare quel buio, di tornare a gustarsi tutti i colori e tuttò ciò che la vita ci offre. Ma tu stai bene in quel posto, non ti interessa cambiare, per te il grigio e il nero bastano.
Questa scelta nessuno la capirà, nessuno avrà mai tanta pazienza per spiegarti quanto sia bella la luce a dispetto del buio. Dopo un pò anche la persona più vicina decide che non è giusto lottare per una causa persa. Che nonostante tutto l'amore del mondo, quella persona non può più tornare.

C'è stato il tempo della riflessione. Quel momento in cui anche il più elevato tra i pensatori deve dar conto. E non è un momento qualunque, quando a presentarti il conto è la tua coscienza. Quella voce pulsante che riuscerebbe ad insinuare il dubbio anche nel mare della certezza. E in quel momento tutte le questioni irrisolte vengono a galla. Alcune le riconosci per averle ignorate tu stesso, mentre le altre, quelle che ad un primo sguardo ci appaiono estranee, sono questioni che nel momento che si sono presentate non gli abbiamo dato importanza, e alla fine sono proprio quelle che si rivelano il motivo per cui non si avanza, non si riesce a salire su un livello più alto. Chi riesce a risolvere le questioni irrisolte, ha dalla sua il lume della verità.

L'uomo che ha conosciuto il buio e che si è fermato a riflettere, non è un uomo migliore, ma di sicuro è un uomo vero, pronto a tornare nel mondo della luce e certo di non voler più tornare a calpestare l'oscurità.

mercoledì 15 agosto 2012

I tre moschettieri vs IL MOSTRO


L’unità di un popolo sa trasformare l’argilla in oro. (Proverbio cinese)
Perché ci sia vera unità, questa deve sopportare la tensione più pesante senza spezzarsi.(Mahatma Gandhi)
 Quella di Taranto è una storia davvero affascinante. Città bagnata da due mari, una storia importante, gente che discende dai greci, padri fondatori della nostra cultura. Eppure negli anni sessanta siamo stati capaci di farci corrompere dalla grande industria.
In Inghilterra la rivoluzione industriale ha avuto luogo alla fine del '700. A Taranto questo processo ha vita incredibilmente duecentosessanta anni dopo, quando fummo accecati da una mollica di pane in fondo al mare che ai nostri occhi appariva come oro. Non si trattava di oro, ma di acciaio. Un acciaio che sessantuno anni dopo fuoriesce da ogni poro della nostra pelle e ci fa gridare al nostro diritto alla vita, al nostro diritto di immaginare la nostra città con occhi diversi, verso il futuro.
Questo futuro è partito per mano di alcuni ambientalisti, per certi versi dei visionari, per me degli eroi. Fabio Matacchiera e Alessandro Marescotti sono coloro che hanno smosso le coscienze, hanno portato luce alle nostre menti offuscate dalle nubi e dai fumi dell'industria. E l'hanno fatto non imponendo il loro pensiero o le loro idee, ma portando alla luce quelli che sono i mali di un sistema che proprio nell'acciaio ha fondato le radici di morte e disperazione per i cittadini di Taranto.
In altri tempi o in altre epoche la loro battaglia, la loro guerra sarebbe rimasta all'ombra. Ma nell'era digitale, di internet, la conoscenza e la cultura viaggiano spediti nelle case e nelle coscienze dei tarantini. Quella mollica di pane inizia a sgretolarsi, a consumarsi e mostrarsi per quella che in realtà è.
All'inizio di questa battaglia intorno al loro piccolo esercito c'era diffidenza e riluttanza. "Questa città non può vivere senza l'Ilva" "L'inquinamento è il male minore" "Io operaio mi sacrifico per la famiglia" erano gli slogan più frequenti. Politica e sindacati sempre a braccetto si sfregavano le mani vedendo come la classe operaia fosse così unita in nome dell'azienda. Ma il merito di Fabio Matacchiera e Alessandro Marescotti è stato quello di non mollare, anzi, hanno lavorato ad un ritmo sempre più accelerato, trovando in Angelo Bonelli, "il forestiero" come alleato che portasse all'attenzione nazionale ciò che accadeva a Taranto. I tre moschettieri sono riusciti attraverso rilievi, analisi e documentazioni a far tremare la stessa terra su cui poggia la vecchia industria.
La città tramite i social network è ogni giorno più compatta, una frangia degli stessi operai hanno fondato un comitato che solo il nome dice tutto "CITTADINI E LAVORATORI LIBERI E PENSANTI".
E proprio da loro è partita una rivoluzione culturale che guarda al futuro immaginandolo dipinto di verde anzichè di grigio.
Tutta Taranto sogna insieme ai Tre Moschettieri. La strada è quella giusta e se rimarremo tutti uniti i politici non riusciranno a mettere le mani sul nostro futuro, a quello dei nostri figli.
La giustizia e la vita trionferanno.

mercoledì 6 giugno 2012

Il letto del fiume

L'uomo saggio é lí seduto. Alla riva del letto del fiume che osserva. Osserva e pensa. E mentre pensa giudica la sua creatura. Si, perchè l'uomo saggio di cui parlo é il creatore di tutto ció. Dalla sua formazione "la pioggia" che alimenta il fiume stesso, ovvero la sua nascita. Le giovani gocce devono attraversare un lungo viaggio lungo le correnti del fiume prima di avere l'eterno riposo nel suo letto. E cosi noi piccole gocce di questo fiume chiamato vita, siamo chiamati per volontá del grande saggio ad avere il nostro percorso con la nostra corrente (le comuni classi o generazioni), e abbiamo dinanzi un percorso tipico di in fiume. Abbiamo discese lisce in cui tutto va bene e siamo felici. Incontrando delle ripide andiamo incontro a mille difficoltà..ma le superiamo e troviamo di nuovo un periodo sereno. Ad un certo punto si incontreranno dei percorsi in cui bisogna scegliere la giusta direzione e non sempre scegliamo quella giusta..alcune presentano strade sicure in un cui uno va più lento ma almeno è certo di arrivare, mentre le strade più veloci presentano sempre rischi maggiori. Le personalitá deboli sono solite sbandare prima e loro non vedranno mai il letto del fiume. Una volta arrivati nel nostro letto dopo aver passato una vita serena potremo riposarci potendo riabbracciare i nostri cari che hanno percorso il loro viaggio molto tempo prima di noi.
Questo pensiero è dedicato ai nostri cari che ci guardano da lassú accanto al grande saggio che ogni momento della nostra vita ci assiscono come angeli custodi. Ci mancate tantissimo, ma un giorno per noi lontanissimo potremo riabbracciarci. Ora mi godo la vita!


giovedì 17 maggio 2012

Ciao piccola

Ciao piccola mia, oggi papá vuole scriverti un pó perchè sento il bisogno di comunicare con te e in attesa che scendo a casa, e parlarti attraverso il pancino della mamma, questo mi sembra il miglior mezzo.
Innanzi tutto non preoccuparti se ultimamente ci siamo preoccupati un pò troppo per te, ma sai com'é..da quando abbiamo saputo che saresti arrivata sei diventata il centro dei nostri pensieri ed a ogni tuo segnale subito scattano i campanelli d'allarme e ci agitiamo perchè niente deve succederti..e grazie a Dio e dei tuoi bisnonni che ci proteggono da lassù il tuo cuoricino sta bene ed è stato un sollievo immenso scoprirlo.. Il tuo papá ha cambiato posto di lavoro che mi permette di girare parecchio ma farò il possibile per essere sempre presente in tutti i nomenti della tua vita.. Non c'è nomento della giornata in cui non penso a te e alla tua mamma e di come ti sta crescendo..la faccio sempre arrabbiare lo so, ma la amo tanto..spero che lo sappia..questo periodo grigio passerá e tornerá un bel sole su di noi... Papá ti ama tanto!!! Un bacione amore mio!!!


sabato 14 aprile 2012

La vita scorre


Sto attraversando un periodo positivo della mia vita, tutto va alla perfezione, nonostante qualche scoglio posso dire che fluisce senza imprevisti. Da quasi un anno sono legato ad una delle donne più incredibili che ho mai incontrato e tra qualche mese arriverà l'elemento su cui si basa la vita: una bimba che mi renderà per la prima volta padre. Ho avuto il trasferimento a Bologna e quindi anche sul piano lavorativo sembra che la rotta si sia invertita a mio favore.
Stanotte ero in veranda e guadando il cielo coperto non mi sono fatto prendere dalla malinconia del brutto tempo ma ho visto più in alto dove si potevano vedere le stelle, e visto che è un periodo felice voglio credere che quelle stelle fossero i nostri cari che dall'alto ci sorvegliavano attraverso le nubi.
E subito ho pensato ai miei nonni che secondo un disegno divino sono tornati un anno fa insieme e per questa volta per sempre e non solo per 62 anni. Voglio vivere la mia vita così come viene, attraversando ogni fase con la giusta maturazione. Ti amo Marica...non vedo l'ora che arrivi!!

lunedì 19 marzo 2012

19 Gennaio 2012

Cacchio è arrivato questo giorno...il mio bambino/a cresce nella pancia e ogni tanto lo sentiamo saltellare e fare le capriole per cui oggi mi sento un papà...e devo essere sincero sono fiero di come si sta comportando, di come cresce e di come fa avvertire la sua presenza. Interagisce con noi in qualche modo. E' davvero fantastico. Se queste sono le soddisfazioni che danno l'essere padre devo dire che ho iniziato alla grande! Ti amo piccolo mio..o piccola mia :)
Paciocchino 15+6

domenica 18 marzo 2012

A te che sei un essere speciale...

Ciao amore mio,
non sei ancora nato o nata ma il tuo papà non dorme già..magari mi sto iniziando ad allenare alle lunghe notti che passeremo insieme e non smetterò mai di dondolarti...non sei ancora nato o nata ed io come tua madre ne sono certo, ci sentiamo in debito con te. Si perchè ci stai regalando la gioia che un uomo e una donna possono aspirare nella propria vita, ovvero diventare genitori. Sei nata dall'amore e amore ti daremo. Caspita sei davvero importante. Oggi quando la mamma mi ha detto che ti ha sentito, mi si è subito stampato un sorriso in viso e mi è scesa una lacrimuccia. Non vedo l'ora di venire ad accarezzarti e dirti quanto ti amo. Mancano solo 8 giorni..sto arrivando...Ti amo mù..
Emiliano, Flavia & ........... (continua)

mercoledì 14 marzo 2012

E' tutto un circo

La F.I.G.C. è uguale alla WWE. Molti di voi si domanderanno cosa c'entra la federazione italiana giuoco calcio con la più importante federazione di Wrestling? Ve lo spiego subito, perchè sono amante di entrambe le discipline.
Nel Wrestling ci sono degli atleti che sul ring si affrontano in duelli che vede vincente non sempre il più forte ma spesso il più acclamato o il più amato dal pubblico, quando invece si mettono in palio le cinture del campione nei match clou allora sono quasi sempre gli stessi a trionfare. Tra un combattimento e l'altro gli atleti svolgono anche la parte degli attori coinvolgendo emotivamente il pubblico. E lo stesso pubblico impiega ingenti somme di denaro sia per vedere gli spettacoli dal vivo che quelli in pay per view. Ma la cosa bella è che tutti ma proprio tutti sanno di trovarsi di fronte ad uno spettacolo finto e scritto il cui unico fine è quello di incitare la folla e vendere più gadget possibili. Ma la cosa ancora più bella è che chiunque segue il wrestling sa che è tutto finto, ma non gliene può fregare niente perchè è divertente, coinvolgente e spettacolare.
Ebbene signori il calcio ha lo stesso principio. Soltanto che ancora non vogliono ammettere che è tutto finto e che è tutto scritto a tavolino. Pensateci un attimo e da soli riuscite a mettere i tasselli nel posto giusto.
In serie A, serie B e serie C vincono e transitano sempre le stesse squadre. Come vengono mossi i fili è ben noto, una volta sono stati smascherati, ma credo che anche Moggiopoli facesse parte del gioco. Infatti la Juventus è ritornata ben presto a primeggiare in serie A nonostante non avesse un organico di chissà quale importanza, proprio come Shawn Michaels è diventetato campione dopo alcuni anni passati al margine della federazione. Ci sono squadre come ad esempio il mio Taranto che sono destinati ad un ruolo di protagonista nella serie inferiore ma che non può mai ambire ad un posto di privilegio. La tristezza di questo gioco è che non ce lo vogliono dire che è tutto finto e spesso la gente finisce anche in galera per undici comparse che corrono dietro ad un pallone. Altrimenti non mi spiego perchè in serie A ci sono squadre con 300 milioni di debiti e non gli si danno punti di penalizzazione o comunque nessuno va da questi signori a dire: "voi non potete più spendere un euro perchè siete in rosso!". Altrimenti anche le società di B e di C potrebbero caricarsi di questi debiti e costruirsi una squadra da sogno. Ma ciò non avviene. Perchè? Perchè è tutto un circo e noi appassionati siamo una massa di scimmie urlatrici che dicono sempre di si e siamo pronti a morire dietro un ideale. Mi appello a chi comanda questa giostra e gli chiedo: "Per favore, diteci la verità: continuerei a seguire la mia squadra del cuore per tutta l'Italia nei campetti di periferia, però almeno non faccio più il sangue amaro e non vedo la nostra dignità finire sotto punti di penalizzazione e vecchi presidenti venduti che vogliono tornare a macchiare il buon nome della nostra città. Fate qualcosa. Diteci la verità!"

domenica 12 febbraio 2012

Questione di maturità

- Ciao Massi, te l'ho detto che a settembre divento papà?
- Davvero? Complimenti. Com'è aspettare?
- Senza dubbio una sensazione nuova ed inebriante. Ti stimola, ti fai molte domande alle quali solo il futuro può darti delle risposte.
- Io non sono pronto per essere padre. Non sono maturo.
E' un tralcio della conversazione avuta stamattina con un collega e mi ha dato l'opportunità di capire un concetto fondamentale secondo me. Non esiste un momento in cui una persona è talmente maturo da decidere di avere un figlio. Certe persone nascono con la predispozione ad essere genitore ma non esiste un momento nella vita in cui uno dice sono pronto. Un figlio non è un contratto, una situazione o un oggetto da acquistare. Un figlio non accetta compromessi, richiede solo amore e affetto. E può essere proprio lui che spinge un uomo a maturare non dal punto di vista del carattere ma della responsabilità. Perchè al mondo decidiamo noi chi e cosa essere e se non prendiamo in mano la nostra vita ci sfugge dalle mani che nemmeno ce ne accorgiamo. Per cui uno non dovrebbe sentirsi pronto di avere un figlio per paura di non potergli dare ciò che necessita, per quello c'è tempo. L'unica cosa da valutare nel momento in cui si desidera un figlio è quella di essere sicuri che la persona con cui si unirà la metà del tuo corredo cromosomico sia la persona che di più ami al mondo. Un figlio è amore e nasce, cresce e si sviluppa con amore, è pur sempre l'inizio di una nuova vita. Un miracolo.
E sono contro a chi crede che per fare un figlio servano anni di matrimonio successivo ad anni di fidanzamento. Un clichè del '700 che ogni volta che lo sento mi fa venir voglia di indossare una parrucca e formulare la dichiarazione d'indipendenza. Magari il matrimonio va bene e ti senti di aver perso gli anni migliori dietro a consigli di mamme e nonne invece che star dietro ad un pulcino di 10 kg che scorazza per casa. La storia è un ripetersi di situazioni che danno ragione prima ad un evento e poi ad un altro. La chiave è nel punto di vista in cui tutto viene visto.
Sarò un bravo genitore? Non lo so, ma so che avrò affianco qualcuno su cui contare e che potrà aituarmi a superare qualsiasi difficoltà.
Cosa ho da trasmettere a mio figlio? Il mondo, la natura e il rispetto per il prossimo. Tutto il resto lo imparerà dalle sue esperienze, perchè maestra migliore della vita non c'è nessuno.
La maturità serve alla mela per capire quando è pronta per essere mangiata. Non all'uomo per capire quando è pronto per essere padre.
One Love!

domenica 5 febbraio 2012

La porta dei sogni


E all'improvviso, l'amore. Sembra il titolo di un romanzo o di un film visto e rivisto. E lo pensò anche Debby Swanson quando vedendo entrare Jeremy dalla porta del suo negozio di liquori gli si squagliò il cuore in tante particelle contenti ciascuna concentrato d'amore.
Jeremy sembrava un giocatore di Basket o un attore, quel genere di ragazzo che mai e poi mai si avvicinerebbe a te a chiederti: "Ciao ti va di uscire?". In questo caso oltrepasseremmo il film ed entreremmo nel mondo dei sogni.
- Posso darle una mano? - Stranamente quando svesto i panni della romantica cronica e divento la supercommessa che tutti conoscono riesco a trovare il coraggio per parlare anche con una visione come lui.
Ma con Jeremy non funzionò.
- Si, dovrei regalare del vino ad un amico che è appassionato ed essendo io completamente imbranato in materia non saprei proprio come poter fare bella figura senza un suo consiglio.
Come può essere che un bel ragazzo come lui abbia anche modi gentili? Sarò single? I tipi come lui non sono mai single, avrà sicuramente la sua statuaria ragazza iperformosa che appoggia le sue mani addosso come un'arpia. Ad ogni modo il mio cervello iniziò vagheggiare per fiabe e castelli dimenticandomi di rispondere alla sua richiesta.
- Guardi se ha da fare comprerò quella più costosa, sicuramente ci sarà un motivo per cui costa di più.- che figuraccia, probabilmente era l'unica occasione che avevo per avere un approccio con un tipo così e getto tutto all'aria per rispondere a domande che nessuno mi ha posto.
- No mi scusi ero sovrapensiero.
- Non darmi del lei altrimenti mi fai sentire vecchio, mi chiamo Jeremy- e con questa frase mi autorizzò a stamparmi un sorriso a 32 denti da far invidia a qualsiasi protagonista di spot per dentifrici.
- Io sono Debbra, ma tutti gli amici mi chiamano Debby.
- Piacere Debby, ti prometto che se mi farai fare bella figura con il mio amico una sera di queste ti ripago con una cena preparata da me, fidanzato permettendo.
Fidanzato? Io? non sapevo se scoppiare in una risata isterica o in un pianto disperatorio.
- Nessun fidanzato Jeremy, ora se vuoi scusarmi vado di lì a scegliere il miglior regalo per il tuo amico e guadagnarmi la cena.
Andai nel retrobottega e scelsi un Brunello di Montalcini del 1997, una grande annata per il vino non tanto per me, ma in questo momento mi interessava far fare a Jeremy la sua grande figura con il suo amico.
- Allora Jeremy, ti consiglio questo vino italiano con il quale non puoi che far un figurone.
Alzo lo sguardo e non c'era più. L'uomo dei miei sogni era svanito nel nulla.
- Scusa papà dov'è andato il cliente che aveva chiesto del vino?
- Quale cliente Debby, vedi di svegliarti che devi aprire il negozio.
E ciò che sospettavo trovò conferma in un rumore assordante che era la mia sveglia.
Buongiorno Debby, questo è un altro dei tuoi sogni e sta per iniziare un'altra delle tue giornate fatta di clienti rozzi e inviti a cena di quello brufoloso di Barry il giornalaio. Alzati che è tardi.
Ma Debby non sapeva che quella mattina Jeremy avrebbe varcato per davvero la soglia del suo negozio.
.............continua..........

lunedì 30 gennaio 2012