venerdì 14 giugno 2013

John Doe

Capitolo 1
La terra iniziò a tremare inaspettativamente e la folta vegetazione intorno al campo iniziò a mutare. Quell'angolo di giungla sul quale fu posizionato l'accampamento per passare la notte fu scelto per prevenire eventuali attacchi di animali selvatici o di orsi, gli abitanti del villaggio a fondo valle credono che la giungla sia la casa del diavolo e che ospitasse creature maligne da lunghe zanne affilate e zampe dalle quali spuntavano artigli capaci di togliere la vita ad un uomo in pochi secondi. Ma nessuno poteva prevedere che il pericolo maggiore quella notte potesse venire dal profondo della terra e avrebbe mutato non solo il paesaggio circostante ma anche la vita di CJ Clarks e dei suoi amici Bobby  e Shelton.
Il terreno sottostante ad un certo punto implose sprofondando per svariati metri portando con se le tende, i viveri, i cellulari e tutta la strumentazione necessaria per sopravvivere in quel posto.
«Porca puttana, abbiamo rischiato di rimanerci secchi, cazzo!» esclamò Bobby in preda al panico.
"Senza la strumentazione siamo fottuti lo stesso" pensò Shelton
«Ora come faremo ad uscire da qui? Abbiamo camminato per 10 ore seguendo il navigatore satellitare, tornare indietro è comunque impossibile gli alberi sono tutti uguali e talmente alti e fitti che non potremo stabilire la posizione del sole» continuò Bobby
«Meglio attendere che faccia luce, vedremo se calandoci in qualche modo potremo recuperare qualcosa, non dimenticatevi che le nostre provviste erano tutte lì» concluse CJ.

La prima luce apparve intorno alle 5.40 del mattino e i tre che non chiusero occhio tutta la notte iniziarono a studiare un modo per potersi calare nel burrone e recuperare il più possibile. Shelton iniziò a sdradicare dagli alberi un gran numero di liane e iniziò ad aggrovigliarle per renderla più resistente al peso. Il fosso era abbastanza profondo e per non eccedere di zelo prepararono una fune molto più lunga. CJ si propose di calarsi al suo interno, era quello più preparato fisicamente e soffriva da anni di una forma acuta di atarassia. CJ non provava alcuna emozione davanti a tutto ciò che poteva capitargli, nessuna paura, nessuna agitazione, nessuna ansia, niente di niente.

Qualche anno fa durante uno dei viaggi in giro per il mondo CJ si imbattè in Tibet in un gruppo di monaci buddisti che gli insegnarono l'arte della meditazione. Dopo 3 mesi durante una di queste pratiche l'esercito cinese fece irruzione nel tempio e spararono a tutti i monaci presenti lasciandolo in vita.CJ vide negli occhi dei soldati alcuna pietà per il massacro appena commesso e da allora perse la capacità di provare emozioni, come se in quella stanza uccisero anche la sua anima. Da allora fece una serie di pazzie senza preoccuparsi delle conseguenze. Come quella volta allo zoo di Londra dove riuscì ad entrare nella gabbia dei gorilla per poterli vedere più da vicino. La sua presenza infastidì subito il capobranco e solo l'intervento tempestivo degli addetti dello zoo gli impedirono di uscire di lì con un mucchio di ossa spezzate. Se la cavò con una denuncia per violazione di proprietà privata e la richiesta di una visita psichiatra da parte del giudice. A sorpresa di tutti i risultati clinici erano ottimi, CJ non era pazzo, e i dottori gli diagnosticarono l'atarassia in seguito ad una serie di test in cui gli venivano misurati alcuni parametri celebrali e circolatori davanti a situazioni di pericolo. CJ aveva il battito del cuore e la pressione sanguigna regolari mentre in soggetti normali si avrebbero avuto sbalzi notevoli dovuti alla paura o alle scariche ei adrenalina. Lui invece rimaneva ogni volta impassibile. Questa condizione mentale ti rende inerme di fronte al pericolo. CJ dovette imparare ben presto a convivere con l'atarassia, prima che la stessa potesse ucciderlo in qualsiasi momento.

Shelton capì che la sua capacità di tenere il sangue freddo e la sua prestanza fisica potevano servire a tenere ben salda la fune, mentre lui essendo più leggero poteva essere perfetto per essere calato.
Si legò la sommitá alla vita e dopo un rapido consulto con CJ sulle modalitá si scesa e risalita iniziò la discesa verso l'ammasso di rami e foglie che si erano accumulate nel burrone dopo il terremoto. Bobby iniziò ad agitarsi e a piangere. Se CJ era calmo come il mare in assenza di vento, Bobby era l'esatto opposto, un assemblato di panico e paura.
Dopo qualche metro Shelton toccò il primo tronco. Sembrava stabile e decise di testare la solidità del tronco sferrando un piccolo calcio. Fu come levare un mattoncino nel gioco jenga. All'improvviso crollò tutto per molti metri ancora. A quanto pare cadendo gli alberi si appaggiarono uno sopra l'altro dando l'impreassione che si trovassero sul fondo, ma la realtà era che il burrone fosse molto più profondo e la fune non bastava comunque per arrivare fin sotto.
«Tutto a posto Shelton?» chiese CJ
«Si, grazie a Dio nessun tronco mi è venuto addosso».
«Vuoi che ti porti su?».
«No CJ, fammi scendere, con un salto posso arrivare sino in fondo, poi tiri la fune su e cerchi di allungarla mentre controllo cosa possiamo salvare».
"É una follia devi riportarlo di sopra, troveremo un modo per uscire di qui" propose Bobby mentre CJ senza quasi sentirlo continuava a calare la fune sentendo le disposizioni di Shelton, considerato il più saggio dagli altri due.
Quando mancavano pochi metri una liana si strappa, il peso di Shelton ora gravava su due liane e Bobby dalla sua posizione vide tutta la scena. Le altre due funi cedettero, la distanza che separava Shelton dal suolo del burrone non era tanta ma cadde in maniera scomposta sul tronco provocandosi una frattura alla gamba destra. La scena era inquientate.
"Santo cielo, Shelton!" gridó Bobby, ma ogni tentativo di parlargli era reso vano dalle urla di dolore di Shelton.
«Amico mio scendiamo a prenderti, cerca di non muoverti» provò a dirgli CJ ma dopo pochi minuti dal burrone non si udì più alcun grido. Il silenzio era surreale. CJ si sporse e vide fuoriuscire del sangue da dietro la testa di Shelton.
"Merda, cadendo deve aver battuto la testa Bobby..il nostro amico Shelton ci sta lasciando vecchio mio, maledetta atarassia, non posso nemmeno piangere la morte del mio migliore amico"

Continua...