lunedì 1 novembre 2010

Poche semplici parole

Ci sono storie che nonostante il finale sia drammatico valgono la pena di essere ascoltate e raccontate e ci sono persone che nonostante il loro viaggio sulla terra sia stato breve hanno lasciato un'impronta indelebile sulle nostre vite. Io un giorno racconterò ai miei figli proprio la storia di un uomo e dei suoi sogni. La storia di un uomo che nella mia testa rimarrà sempre vivo per quello che ha saputo trasmettermi. Quell'uomo è mio zio Vito.
Non so di preciso perchè non ci siamo frequentati con costanza, ma in cuor mio sapevo che potevo contare sempre su di lui. Ho sempre pensato che fossimo molto simili. Entrambi amiamo il mare e la famiglia allo stesso modo. Non ho mai visto nessuno come lui capace di tenere unita la famiglia in ogni circostanza. Ricordo le sue benedizioni pasquali o il natale fatto di valori e non solo di regali. Era incredibile come sotto quei curiosi baffi riuscivi a vedere spuntare un sorriso che, come una carezza, ti metteva in qualche modo a tuo agio e trasmetteva serenità. Un giorno andai a trovarlo al porto dove ormeggiava la sua barca e prima di salutarlo da lontano lo vidi fissare l'orizzonte. Non potevo disturbarlo. Non c'era niente di più significativo e profondo di un uomo che riflette osservando il mare. Rimasi davvero impressionato da come nonostante i tanti impegni lavorativi riuscisse a ritagliarsi uno spazio da dedicare a se stesso concedendosi giornate in mezzo al mare0. E da quel giorno capii che per quanto una persona possa essere immersa nei suoi problemi o pensieri deve concedersi del tempo per se perchè se stiamo bene con noi stessi possiamo dare molto di più al prossimo.
Ha sempre saputo tirare il massimo da chi si confidava con lui. Fabrizio quand'era piccolo si divertiva a fare il telecronista e lui l'ha sempre sostenuto, oggi lo fa per mestiere, così come Andrea si divertiva a suonare la batteria lui l'ha messo nelle condizioni ideali per esprimersi al meglio e secondo me oggi è un grande batterista. E io quando gli chiesi cosa pensasse se fossi entrato in polizia lui mi rispose: a patto che non ti accontenti di rimanere un semplice agente. Incredibile. Secondo me se gli avessi detto di voler diventare spazzino lui mi avrebbe messo in mano una scopa e mi avrebbe spiegato come farla rendere al meglio. Era così. Ti permetteva di essere te stesso e sapeva ascoltarti. Chi non capiva i suoi silenzi probabilmente non poteva comprendere le sue parole.
Se i miei figli mi dovessero domandare qual'è il ricordo più bello? Quella domenica in cui mi cucinò il risotto ai frutti di mare. Lo cucinò appositamente per me e conservo la bontà di quel risotto ancora nel mio cuore.
Il rammarico più grande? Non averlo salutato come meritava. Ma sono sicuro che da lassù lui saprà perdonarmi.

Ciao zio  non ti dimenticherò mai.