giovedì 29 novembre 2012

Frammenti di solitudine

Andando a spulciare le varie citazioni, i vari aforismi sulla solitudine, si nota come tutti abbiano in comune alcuni aspetti della condizione stessa. Anche le penne con i caratteri più vari si trovano d'accordo ad esempio sul fatto che la solitudine è una condizione umana dalla quale nessuno può tirarsi indietro e in qualche modo risulta necessaria per poter conoscere noi stessi. Eppure sembra che tali citazioni viaggino su una sottile linea che è divide la necessità di dover stare soli con il rimanere soli contro la nostra volontà. Nel primo caso si incoraggia la solitudine come sosteneva Seneca, la solitudine è per l'anima ciò che il cibo è per il corpo. Da qui la necessità di dover stare soli per stare bene con la propria anima e la propria coscienza come una alimentazione sana porta ad avere un buono stato di salute. "La vera, devastante solitudine non è di chi è solo da solo con se stesso, ma di chi è in due e dispera di poter essere di nuovo solo da solo" afferma invece Aldo Busi come voler dire a chi si sente solo: "Tranquillo, non è importante che ora ti stia ignorando, sarebbe peggio stare insieme e voler desiderare di non averlo". E in generale si può affermare tranquillamente che solitudine a molti suona come un allarme, come se questo stato porti in ogni caso ad uno stato depressivo. Certo può succedere, certe persone hanno un ego così elevato da essere completamente incompatibili con se stessi, quindi lasciarle nella propria solitudine è assai pericoloso. Ma chi riesce a vivere con se stessi e con gli altri e riesce a passare da uno stato di solitudine ad uno policomunicativo come si passa attraversa una porta sa in ogni istante della sua vita cosa sta succedendo. Il problema di chi non sa stare solo non è farsi tante domande e non sapere le risposte, ma non sapere quali domande porsi. La ricerca della verità, necessita, anzi esige una condizione di solitudine, di alienazione, di smarrimento. Altrimenti cercheremmo solo le verità che a noi ci fanno comode e non realizzare in quale direzione si sta andando. Questo porta alle famose domande: "Cosa mi sta succedendo?" "Dove sto sbagliando?" "Perchè Dio ce l'ha con me?" "Non troverò mai la persona giusta della mia vita" "Sento di non essere capita". Non è mentre le pensate che ve ne convincete, ma quando le mettete in pratica senza nemmeno saperlo. Il cervello umano è un'autostrada sulle quali viaggiono le nostre informazioni da far elaborare alla nostra anima per risultare quello che siamo e quello che gli altri vedono. E' come un allenamento ad essere ed apparire la stessa persona. Oggi mi guardo intorno e non vedo solo cattiveria nelle persone, ma in inquietudine nata dalla sproporzione tra essere e voler essere. Queste persone non hanno mai avuto un contatto con il proprio io e nel momento in cui ci si sono trovate come di fronte ad uno specchio, hanno gestito male la situazione cercando di convincersi che non sono loro ad avere un problema ma l'immagine riflessa dallo specchio.
Il mio consiglio invece è quello di prendersi delle pause dalle proprie vite, che esse vadano bene o male, che siano noiose o divertenti, piene o vuote,che siate single o sposati. Per essere soli e conoscersi non serve nient'altro che noi e possibilmente una bottiglia di whisky giusto per infettare le ferite subite sul campo di battaglia.
Non fatevi mai trovare impreparati a questo confronto, perchè come dicevo prima, soli si rimane per scelta ma soprattutto data la natura socievole dell'uomo, ci ritroviamo soli perchè scaricati in senso generale, e lì vuoi o non vuoi i conti con te stesso devi farli.
Per concludere una mia citazione: "Solitudine non è tenere lo sguardo abbassato affogando un dispiacere nello sconforto, ma guardare aldilà dell'orizzonte in cerca delle proprie verità assolute"