venerdì 6 dicembre 2013

I'm over the wall

Si spegne a 95 anni l'uomo che più di tutti ha contribuito ad abbattere uno dei più grandi muri che l'uomo abbia mai costruito all'interno della propria mente, un muro alto la cui fine non si riuscirebbe nemmeno a scorgere. Eppure quest'uomo ha resistito 27 anni in una stanza di un metro per un metro, nin mollando nemmeno un cm di speranza che quel muro potesse essere abbattuto. Cosa sarebbe accaduto all'umanitá intera se Nelson Mandela avesse rinunciato a lottare per i diritti di ogni uomo emarginato perchè "diverso"? Certo pubblicare oggi citazioni, o stringersi intorno al dolore comune per la perdita si un premio nobel per la pace è troppo facile, ma non sarebbe meglio farsi un esame di coscienza? È possibile che alle porte del 2014 si parli ancora di discrimare un cittadino extracomunitario, un omosessuale o un musulmano? È chiaramente scontato come pensiero che puntualmente si scontra con la quotidianeità. Basta vedere un qualsiasi tg.
Grazie a Dio, Nelson Mandela non ha mollato, non ha dovuto dire addio mondo crudele, nonostante l'accanimento verso di lui. No, Nelson Mandela ha abbattuto il muro. É stato un vincente. Buon viaggio eroe!

Ascolta Pink Floyd - Goodbye cruel world

mercoledì 4 dicembre 2013

Cresciamo piccoli rocker!

Giovedì scorso durante la trasmissione "Il Grande Cocomero" su Rai2, Linus, noto dj di radio DJ, ha intervistato la cantante Giorgia. Fin qui sembrerebbe tutto normale. Ma seguendo con attenzione l'intervista ho potuto constatare una grande verità universale che dovrebbe essere tramandata di padre in figlio: la musica rock è equiparabile alla masuca classica. Entrambe sono magia e da essa nascono artisti che hanno cambiato totalmente il modo di pensare dei giovani con il suo forte messaggio di ribellione, oppure la morbosa voglia di sperimentare nuovi suoni, di emergere dove il talento è l'unico strumento necessario insieme agli altri strumenti. Ebbene durante l'intervista Giorgia, che come strumento musicale, ha la sua voce racconta di come lei si è avvicinata alla musica grazie ai gusti del suo papà, e parliamo di AC/DC, Deep Purple, se avesse continuato avrebbe menzionato sicuramente i Pink Floyd, perchè il suo papà ascoltava la musica sui vinili e la sua risposta appare talmente spontanea da poter affermare senza indugio che se il papà di Giorgia avesse ascoltato solo Claudio Villa, o Modugno o peggio ancora la musica napoletana, la musica italiana molto probabilmente non avrebbe mai conosciuto la Giorgia che tutti ammiriamo. L'unica cantante italiana che ha duettato con Elton John e Ray Charles. Credo fortemente che la cultura musicale che si tramanda di generazione in generazione fa si che un determinato modo di pensare genera un effetto positivo sui giovani, aiutandoli a ragionare sempre con il proprio cervello anzichè seguire la massa.
Il mio consiglio è quello di far ascoltare del sano rock ai vostri figli sin da quando sono ancora nella pancia, continuare nell'infanzia e arrivati all'adolescienza assecondare i loro gusti musicali. Chi non ha mai passato un periodo ribelle durante l'adolescienza? Per cui se a voi piace il rock vostro figlio/a ha buone possibilità di ascoltare musica di discutibili gusti pur di andare contro di voi. Questo accade se non inculcherete nei vostri figli una cultura musicale. Come fare? Dategli uno strumento in mano appena possibile, non è garantito che vostro figlio/a diventi Jimi Hendrix, ma state certi che diventerà una persona fantasiosa e ce la metterà tutta in ogni sua impresa. Se i vostri figli ascoltano One Direction o Justin Bieber, preoccupatevi, avranno qualcosa che non va..vivono l'adolescenza e molto probabilmente potrebbero andare incontro a molti problemi se non vengono seguiti. Per cui non vergognatevi di essere grandi e saper apprezzare la buona musica, non fatevi infinocchiare dagli stereotipi! Fermatevi ad ascoltare un bel disco dei Floyd e rilassatevi insieme a vostro figlio, vi ringrazierà a vita!
Di seguito posterò l'intervista a Giorgia, guarderete con i vostri occhi quanto vi ho detto! Stay Rock!
Intervista a Giorgia - Il grande Cocomero del 28/11/2013

venerdì 22 novembre 2013

Il gioco degli scacchi

Ogni giorno siamo pedine di una scacchiera, oltre a sapere come muoverci è atrettanto utile conoscere chi ci sta difronte e poter anticipare le sue mosse. Nel lavoro, nella famiglia, nella vita siamo tutti pedine messe una dinanzi all'altra cercando di avanzare anche di una sola casella per volta, ma mai fermi, indietreggiare o farsi mangiare. Nasciamo soli e moriamo soli. Il caldo abbraccio di una famiglia o le tetre spoglie di un letto vuoto. La mia mossa è più lunga ma l'importante è arrivare al traguardo.

martedì 15 ottobre 2013

I Love Cambogia

Ieri, dopo una settimana di angosciosa e morandiana attesa, è ritornato Pechino Express, probabilmente l'unico programma televisivo degno di essere seguito e apprezzato sia per i contenuti del gioco che per la qualitá delle emozioni che riesce ad evocare nei telespettatori. Come sempre Costantino della Gherardesca è impeccabile, ironico preciso e puntuale negli interventi, un vero lord nel linguaggio e nel comportamento.
Ma più che raccontare la puntata voglio raccontare degli aspetti che ho colto e che magari molti telespettatori non sono riusciti a cogliere.
Finalmente orfani dei fidanzati (sclerotica/zerbino sarebbe più consono) la coppia meno simpatica diventa quella composta dai "figli di" . A Rosolino inizia a mancare la Sensini con la quale era entrato in feeling, Maddaloni si dimostra valido ma deve conquistare la fiducia del leader della coppia per poter prendere decisioni importanti come la strategia di gioco. Alla fine una genialata "napoletana" di Maddaloni permette agli "sportivi" di vincere la quarta tappa consecutiva nonostante l'ultimo posto ottenuto alla fine della prima giornata. I "figli di" peccano di presunzione e in un paio di occasioni si mostrano poco gentili con "le modelle", dalla serie va bene il gioco, la competizione e tutto il resto ma due signore vanno sempre trattate con educazione. Ricevono l'handicap dai "laureati" secondo me perchè non si sono integrati con gli altri (a nessuno piacciono i raccomandati in genere) e non credo succederà mai. Non pervenuti "padre e figlio" forse un po' fiacchi dopo le ultime fatiche, si riprenderanno?
Un paragrafo a parte meritano i " laureati" che finalmente trovano un'armonia di coppia che li porterà a  vincere la prova immunità. Loro dicono grazie alla fortuna ritrovata ma secondo me tra i due sta nascendo del tenero, staremo a vedere. Si godono il premio ammirando i delfini di acqua dolce, i mammiferi marini che più di tutti si avviano verso l'estinzione, vergogna del genere umano.
La redazione fa a tutti i concorrenti un regalo incredibile. La gara non riparte dopo la prova immunità e tutti quanti sono ospiti degli abitanti del villaggio Kouk Char. Un salto indietro nelle epoche, case di legno senza pareti che dividono gli spazi, senza una tv super tecnologica che ci distrae e toglie tempo dalle cose che davvero contano nella vita come la famiglia. Niente letti alti che ci separano dalla terra, infatti i cambogiani dormono per terra. Loro non hanno strade di asfalto perchè non hanno bisogno delle automobili. Loro coltivano la terra perchè ancora nutre la gente, loro non uccidono la terra al contrario nostro. Loro vivono in uno stato di povertà assoluta ma se spiegassi loro il nostro significato di povertà assoluta si farebbero copiosi risate in quanto loro hanno la ricchezza più grande di tutte. Il valore della vita. Giocano con i propri figli sotto la pioggia e mangiano tutti insieme per dividersi quel poco che hanno. Mi sono quasi vergognato di appartenere alla "società civile". Tutti i viaggiatori hanno danzato con questa armonia. Si sono sentiti di nuovo "vivi". I cambogiani ci hanno insegnato il concetto di integrazione con le proprie radici, che non sono i propri avi, ma le loro abitudini, immedesimarsi nei primi uomini che vivevano questo mondo. La rivoluzione industriale ha dato vita all'evoluzione industriale sempre in pieno aggiornamento e sempre più parte delle nostre vite. Voto ai cambogiani:10! Ringrazio Pechino Express e la Cambogia per avermi regalato in piccolo le stesse emozioni che seppur in piccolo ho provato vedendo il programma.
P.S.
W l'amateiciana

domenica 13 ottobre 2013

Stanco

Sono stanco di dover sperare sempre in un domani migliore.

Sono stanco di avere brutte giornate.

Sono stanco di aspettare che esca sempre il sole tra le nuvole.

Sono stanco di immaginare il mare dentro una conchiglia.

Sono stanco di salire il fiume controcorrente.

Sono stanco di combattere contro i mulini a vento.

Stanco.

venerdì 27 settembre 2013

Aggregazione in Trinacria

Si viaggia, come sempre sul nostro mezzo mezzo, un iveco daily. Si viaggia per tutta Italia, tocchiamo lo stivale da una punta all'altra per garantire l'ordine e la sicurezza pubblica. Questo elemento viene spesso omesso o dimenticato dai cittadini, preferiscono chiamarci quelli "violenti" che si divertono ad usare lo sfollagente contro i giovani e le persone per bene. Loro non sanno che lasciamo per settimane e settimane i nostri cari, le nostre famiglie, la nostra vita stessa per metterla al servizio dello Stato.
Cerco di vedere sempre l'altra faccia della medaglia. Giro il belpaese conoscendo luoghi nuovi e culture affascinanti perchè anche se come recita il detto tutto il mondo è paese è anche vero che ogni città conserva i propri colori e i propri profumi legati alla terra dove i nostri avi misero le radici delle nostre famiglie.
Questa aggregazione mi ha portato in Sicilia, e questa è la mia Caltagirone.
Il 18 settembre la sveglia suona presto, le 7.00. Una doccia rigenerante, preparo le ultime cose da mettere nello zaino, prendo la valigia e scendo a sistemare i miei effetti sul mezzo. L'umore dei colleghi è buono, nonostante tra loro ci sia gente non volontar. La prospettiva di rientrare a Bologna con un buon numero di ore si straordinario addolcisce l'amarezza per lasciare la propria famiglia a casa per 10 giorni.
Partiamo direzione Napoli, dove il traghetto ci porterà alla volta di Catania. Il viaggio è tranquillo, il tempo clemento. Sosta alla stradale di Settebagni (RM) per il pranzo ed eccoci arrivare nella cittá di pulcinella sempre affascinante con il Vesuvio che ti guarda dall'alto in tutta la sua maestositá.
Alle 21.00 il traghetto salpa in orario, il mare calmo ci fa strada, la notte incombe e archiviamo il primo giorno andando a letto in cabine essenziali ma tuttosommato comode.
Si arriva a Catania, città calcisticamente odiata da ogni buon spartano che si rispetti. Certe ferite hanno il potere di rievocare antichi dolori, ma questa volta il calcio non centra nel viaggio e cerco di catturare ogni aspetto che mi capiti davanti senza lasciarmi condizionare dalla mia fede calcistica. Si passa da un vulcano all'altro, dal Vesuvio all'Etna, i due monumenti naturali patrimonio dell'Italia intera. Passando per Catania si nota subito di come a differenza di Palermo sia molto più fresca, in giro si vedono molti ragazzi e la cittá appare molto pulita. Il nostro viaggio prosegue in direzione di Caltagirone quasi 36 km ad ovest nell'entroterra siciliana. Abbandoniamo la cittá per calarci in una realtà più cruda dove i cellulari non prendono, la televisione giusto qualche canale e gli unici svaghi sono rappresentati da passeggiate tra gli alberi e attivitá all'aperto. Tutto molto romantico se fossi li con la mia famiglia, sicuramente non avrei avuto motivi di lamentarmi per la totale assenza di comunicazione col mondo esterno. Ma ero li per lavoro e la mancanza di rete mi ha creato non pochi disagi.
Il primo approccio con Villa Tasca non è stato dei migliori, posto incantevole con questa struttura immersa nel verde degli ulivi, i colori dei fichi d'india e ornamentato dalle ceramiche di Caltagirone. Al di fuori sembra ci sia il deserto, distese di terra dalla quale spuntavano fichi d'india e arbusti come nella più classica rappresentazione della macchia mediterranea. Volendo la Sicilia è anche questa.
La sera partiamo per affrontare il primo turno di servizio presso il C.A.R.A. di Mineo a circa 20 km da dove alloggiavamo. Un centro di accoglienza per richiedenti di asilo politico. Tutti ci aspettavamo una struttura tipo carcere ma la realtà che si presentò davanti ai nostri occhi era ben diversa oltre ogni immaginazione.
Il cara di Mineo è un villaggio destinato ai soldati americani con ville a schiera giardini e campi sportivi. Si in termini pratici questi extracomunitari che fuggono daivpropri paesi arrivano in barconi sulla costa siciliana e poi li portano li in attesa di conoscere il proprio destino. sono più di 3000 gli ospiti che ogni giorno a nostre spese mangiano dormono e distruggono queste strutture per il quale lo Stato paga 50 milioni di euro l'anno di affitto al suo costruttore con la promessa di rimetterlo a nuovo una volta terminata l'esigenza. Più che riportare dati che credo siano o debbano essere pubblici non posso espormi più di tanto perchè i criminali non vanno in galera ma a te che non lo sei può sempre succedere. Il turno passa in fretta e torniamo a dormire nelle nostre piccole ma confortanti stanze a Villa Tasca.
Dopo la notte mi concedo mezza giornata di relax a Catania a trovare l'amico Peppino che non vedevo praticamente da due anni, dall'ultima estate sarda. Mi ha fatto piacere vedere che non sia cambiato per niente ed è stato bello poter scambiarci i racconti sui nostri nuovi ruoli di papà. Quel giorno era in programma la partita Catania - Parma e non potendoci andare per mancanza del biglietto mi accontento di seguirlo nel tradizionale appuntamento prepartita tanto caro ad ogni tifoso di calcio. Ci rechiamo al bar dove si ritrova con i suoi amici e ho la fortuna di conoscere gente squisita e per bene. Tra un bicchiere di redbull e vodka e una sigaretta si parla dell'attuale politica delle curve italiane e del calcio in generale, mai avrei creduto di poterlo fare con dei catanesi, ma il bello della vita è che ti da sempre l'occasione per ricrederti su cose o persone. Nel pomeriggio si abbatte la pioggia su Catania e il pullman mi riporta a Caltagirone dove raggiungo i colleghi per andare a consumare la cena.
Così passano altri quattro giorni in cui ci capita di far servizio presso una palestra ad Acireale dove una cinquantina di profughi siriani scappati alla guerra e all'idiozia del genere umano attendevano di essere identificati per essere poi trasportati proprio al C.A.R.A. di Mineo. Con loro riesco a scambiare giusto qualche chiacchiera a causa del mio scarso inglese, ma tanto bastava per farmi capire di come in Italia tutti arrivano con grandi aspirazioni rimanendo delusi di come un Paese meraviglioso come il nostro sia fonte di contraddizione dove il lavoro è utopia e nessuno conosce la lingua inglese mentre ai bambini siriani sin da piccoli insegnano tutte le lingue arabe, l'inglese e il francese. Un po' come se in Italia insegnassero ai bambini alle scuole tutte le lingue d'europa più cinese e giapponese. Fantascienza. Poi ti domandi chi sia il terzo mondo.
Le brutte notizie non conosco calendario e sul finire di questa aggregazione me ne arriva una di quelle che fanno tremare le gambe. Le mie preghiere sono rivolte tutte a te. Spero che sconfiggerai questo male che troppe vittime innocenti miete a Taranto. Ancora più motivato a portare la mia famiglia fuori da quell'inferno!
E così ora vi scrivo dalla Toscana di rientro alla base, domani si lavora a Bologna prima delle meritate ferie, corro ad abbracciare mia moglie e mia figlia che mi mancano come l'aria.
Il bilancio di questa aggregazione è molto positivo. Ho conosciuto posti nuovi, smentito mie credenze sui catanesi (che spero comunque finiscano in serie B) e riabbracciato un vecchio amico. Spero che ogni viaggio arricchirà il mio bagaglio di esperienze. D'altronde non si finisce mai di imparare.

martedì 30 luglio 2013

Il 26 luglio 2013

Ci sono giorni nella vita di uomo che sono irripetibili e inimmaginabili, in cui la realtá supera di gran lunga qualsiasi aspettativa anche la più entusiastica e fantasiosa. Quei giorni in cui a partire dalla data all'ultimo momento ti rimane marchiato nella mente e nel cuore per il resto della vita. É successo quando è nata mia figlia, quando ho dato il primo bacio alla mia futura moglie ed è successo di nuovo il 26 Luglio 2013. L'evento in questione è Roger Waters - The wall live.. La cornice lo stadio Euganeo di Padova. Uno di quei giorni che attendi da una vita e improvvisamente arriva e ti lasci trasportare da esso.
Trovo serie difficoltà ad esprimere le mie emozioni, è un'orgia di sensazioni e di colori, una cascata di gioia, un uragano di entusiasmo e incredulitá unito all'orgoglio di poter dire: io c'ero.
Una giornata perfetta dai preparativi alla sua conclusione, quasi 24h no stop in cui la stanchezza è quasi irrilevante, anzi lo è totalmente.
Ricorderò tutto del 26 luglio, dal momento in cui Flavia e Massimo sono arrivati all'aeroporto di Bologna sino a quando li ho riaccompagnati per il viaggio di rientro.
Alle 08.00 finisco di lavorare il turno di notte, ma come dicevo prima il sonno e la stanchezza non fanno parte degli ingredienti della giornata.
Opto per t-shirt verde con serigrafia del drugo (il grande lebowski) e pinocchietto di jeans con le immancabili converse. Il mio viaggio indietro nel tempo può iniziare, data di arrivo 1979.
Arrivo all'aeroporto alle 9.10, il tabellone riporta l'aereo proveniente da Bari in orario. Atterra alle 9.18 con 2 minuti di anticipo.
Il tempo di riabbracciare fidanzata e suocero e subito ci mettiamo in auto (prestata dall'amico Giovanni Dominici, al quale va la mia eterna gratitudine per questo gesto). Sosta al primo autogrill per caffè e ripartenza destinazione Padova. Lungo il tragitto decidiamo di andare a visitare il Floydmuseum allestito per l'occasione al centro culturale moltinate di Padova dove collezionisti di tutto il mondo mettono in mostra i propri cimeli di ogni epoca. Foto, illustrazioni, giornali e riviste datate, vecchi pass e tickets e la foto con Pink, lo storico pupazzo rosa protagonista di the wall. La temperatura era pazzesca, si respirava a fatica e dinanzi a noi si prospettava un lungo pomeriggio di attesa. La voglia di vivere lo show da sotto il palco era maggiore al caldo da sopportare in fila. Per non perdere tempo e metri preziosi finita la visita al museo ci portiamo direttamente allo stadio, dove giá molte auto si trovavano all'interno del parcheggio (pagato 10€ alla faccia della crisi). Avvicinandoci all'ingresso notiamo subito la presenza sia di nostalgici dei degli anni d'oro del rock e sia di giovani che per motivi anagrafici non hanno potuto vivere certe emozioni e questo concerto rappresentava forse l'ultima occasione per assistere ad un live della più grande rockband della storia. Certo non è la formazione al completo, ma la presenza di Roger Waters, cofondatore e maggior autore degli album nonchè mente geniale che ha partorito the wall, è sinonimo di garanzia per un evento storico.
Troviamo un posticino dove poterci sedere su una stuoia: gli addetti alla sicurezza ci informano che l'apertura dei cancelli non sarebbe stata prima delle 17:30 e l'orologio segnava appena le 14:20, il sole rappresentava il nemico pubblico per le prossime 3 ore. Grazie ad un amico riesco ad ottenere il permesso di poter attendere l'ingresso sotto al boccaporto al riparo dal sole, una sfortuna sfacciata, quasi provvidenziale che ci ha salvati dalla morsa del caldo torrido e da un possibile collasso. I ragazzi della security e del servizio d'ordine stavano effettuando il brifing insieme ai responsabili e noi tre ce ne stavamo in un angolino senza dare alcun fastidio. Intorno alle 16.00 inizia il soundcheck, nessuno è autorizzato ad entrare nello stadio, inclusi i ragazzi che avrebbero dovuto lavorare ai chioschi-bar. La nostra posizione privilegiata ci permette di ascoltare bene e i primi brividi iniziarono a scorrere lungo la schiena.
La gente iniziava a mettersi in fila in piedi, l'orario dell'apertura dei cancelli si avvicinava e la trepidante attesa iniziava a crescere di minuto in minuto. Intorno a noi un via vai di persone facevano intuire che c'eravamo quasi. Alle 17:15 le prime transenne venivano spostate e i fischi e le urla dei fan diventavano sempre piú insistenti. Alle 17:25 vediamo una marea di gente iniziare a correre. Si entra!!
Appena messo piede nello stadio il primo sussulto di emozione ce lo dà l'imponente palco con il muro che lo costeggia e il cerchio al centro del palco. Nonostante fossimo sorpassati da persone impazzite che correvano a più non posso per accaparrarsi un posto sotto al palco riusciamo a sistemarci a pochi metri dalle transenne, l'asta del microfono sopra di noi e affianco un manichino vestito con la storica divisa e occhiali rayban. Sul palco si intravedevano due pupazzi giganteschi: si riconoscevano il maestro e una mantide. Sulla tribuna alla nostra destra era montato un grande aeroplano. Tutto lasciava presagire ad un grande spettacolo, ma come vi racconteró più avanti ciò che credavamo di assistere non era nemmeno un frammento di ciò che è stato. Sulle note di pezzi che hanno fatto la storia del rock lo stadio andava riempendosi e il sole iniziava la sua calata regalandoci un po' di meritata ombra. Intorno a noi c'era gente che in pieno stile hippy fumano spinelli e stuzzicavano panini e affettati in preda a fame chimica. Un membro dello staff inizia ad accordare gli strumenti e per lui i primi boati di applausi e urla ai quali rispondeva divertito salutando la folla, verso le 20.00 approfitto dell'attesa per andare in bagno e regalo a Flavia la maglietta ufficiale del tour, e lei la indossa subito con una manovra degna di una contorsionista. L'attesa si fa ancora più estenuante e man mano che la luce calava l'inizio dello show si avvicinava. Intorno alle 21.15 eravamo giá tutti in piedi, le luci blu situate sopra il palco illuminavano il manichino e anche i grandi muri erano illuminati. Alle 21.30 in perfetto orario lo speaker dello stadio invitava i presenti a non usare i flash delle macchine fotografiche e i laser per non rovinare gli effetti speciali previsti. Con mia sorpresa la civiltá e buon senso hanno prevalso e quando ormai era buio non si vedeva che la scenografia sul palco. Ecco entrare dei soldati che marciano con gli stendardi con impreasi i martelli incrociati e poco dopo ecco lui, la leggenda in persona Roger Waters sale sul palco e indossa la divisa presente sul manichino. In the flash! apre la scaletta che sará fedele all'ulbum. Subito la folla in delirio, un esplosione di energia e di emozioni incredibili accompagnati dai fuochi pirotecnici. Prima di the thin ice, Roger si rivolge a noi in un quasi perfetto italiano ringraziandoci per la presenza quando tutti noi eravamo grati ed emozionati per la sua di presenza. Lo show è un incremento di intensità e colpi di scena, dall'aereo che si schianta letteralmente sul muro, al pupazzo animato del maestro in another brick in the wall con i bambini del coro che si ribellano, alla madre in Mother che fissava tutti i presenti come la più premurosa e soffocante delle madri, alla mantide scesa durante empty spaces.
Roger è in una forma grandiosa, la voce sembra sia stata ibernata negli anni '70 per poi liberata quella sera. Affronta temi che toccano i sentimemti di tutti, come la guerra, il capitalismo e i bambini che vengono privati della propria felicità a favore degli interessi di multinazionali e signori della guerra. La pausa coincide con la fine della prima parte e molti ne approfittano per riposare la schiena e scambiare i primi commenti le prime sensazioni. Noi tre eravamo estasiati, riuscivo solo a dire parole come pazzesco, grandioso o incredibile. Flavia, commossa, non stava mai ferma, cantava a squarciagola ogni singola canzone. Durante l'intera prima parte personale di servizio hanno completato la costruzione del muro che ha finito per racchiudere dietro di esso l'intera band. Durante l'intervallo, momento di commozione per le immagini di tutte quelle persone decedute in missioni di guerra o di presunta pace.
La seconda parte inizia con Hey you! Roger non si vede, è dietro al muro. Io mi dividevo tra la follia degli assoli di un grande Dave Kilminster e la gioia di sentirla dal vivo dopo averla ascoltata migliaia di volte in cuffia. Sapendo di quanti amici sarebbero voluti essere lì con me, inizio a chiamare un po' tutti per farli sentire qualche secondo di storia. Il concerto va avanti e le emozioni si susseguono, toccando picchi in confortably numb e the trial, anche se mi sembra riduttivo parlare delle singole canzoni in quanto tutto lo spettacolo è stato leggendario, qualcosa che difficilmente rivivremo in vita nostra. É stato come assistere a uno spettacolo nello spettacolo nello spettacolo dove band, musica e scenografia si amalgamavano producendo un incredibile unico effetto. Alla fine il muro crolla, e Roger saluta tutti presentando ogni membro della band, le lacrime ormai fluevano a rotta, la sensazione che il sipario stesse calando non solo sul concerto ma sulla carriera di questa leggenda provocava forti nodi alla gola. Spariti dietro alle quinte l'intero stadio chiedeva a gran voce a Roger di uscire per un altro pezzo ma le luci che si accendevano nello stadio non lasciavano spazio a ripensamenti.
Provati ed estasiati lasciamo lo stadio quando la mezzanotte era abbondantemente passata. I 50.000 defluivano e le macchine riportavano tutti alla realtà. Il 26 luglio era passato. Con dolore lascio Flavia e Massimo all'aeroporto rientrando in caserma, poche ore dopo sarei tornato alla routine di sempre ma consapevole che nulla sarebbe stato uguale a prima.
La dimostrazione che i sogni sono il motore della vita e realizzarli con le persone che ami sono il coronamento di essa. Grazie Padova, grazie Roger, grazie Flavia per essere come sei e grazie a mio padre che mi ha trasmesso questa passione.
Questo è stato il mio 26 luglio 2013.
Come sempre let's rock!!!!

venerdì 14 giugno 2013

John Doe

Capitolo 1
La terra iniziò a tremare inaspettativamente e la folta vegetazione intorno al campo iniziò a mutare. Quell'angolo di giungla sul quale fu posizionato l'accampamento per passare la notte fu scelto per prevenire eventuali attacchi di animali selvatici o di orsi, gli abitanti del villaggio a fondo valle credono che la giungla sia la casa del diavolo e che ospitasse creature maligne da lunghe zanne affilate e zampe dalle quali spuntavano artigli capaci di togliere la vita ad un uomo in pochi secondi. Ma nessuno poteva prevedere che il pericolo maggiore quella notte potesse venire dal profondo della terra e avrebbe mutato non solo il paesaggio circostante ma anche la vita di CJ Clarks e dei suoi amici Bobby  e Shelton.
Il terreno sottostante ad un certo punto implose sprofondando per svariati metri portando con se le tende, i viveri, i cellulari e tutta la strumentazione necessaria per sopravvivere in quel posto.
«Porca puttana, abbiamo rischiato di rimanerci secchi, cazzo!» esclamò Bobby in preda al panico.
"Senza la strumentazione siamo fottuti lo stesso" pensò Shelton
«Ora come faremo ad uscire da qui? Abbiamo camminato per 10 ore seguendo il navigatore satellitare, tornare indietro è comunque impossibile gli alberi sono tutti uguali e talmente alti e fitti che non potremo stabilire la posizione del sole» continuò Bobby
«Meglio attendere che faccia luce, vedremo se calandoci in qualche modo potremo recuperare qualcosa, non dimenticatevi che le nostre provviste erano tutte lì» concluse CJ.

La prima luce apparve intorno alle 5.40 del mattino e i tre che non chiusero occhio tutta la notte iniziarono a studiare un modo per potersi calare nel burrone e recuperare il più possibile. Shelton iniziò a sdradicare dagli alberi un gran numero di liane e iniziò ad aggrovigliarle per renderla più resistente al peso. Il fosso era abbastanza profondo e per non eccedere di zelo prepararono una fune molto più lunga. CJ si propose di calarsi al suo interno, era quello più preparato fisicamente e soffriva da anni di una forma acuta di atarassia. CJ non provava alcuna emozione davanti a tutto ciò che poteva capitargli, nessuna paura, nessuna agitazione, nessuna ansia, niente di niente.

Qualche anno fa durante uno dei viaggi in giro per il mondo CJ si imbattè in Tibet in un gruppo di monaci buddisti che gli insegnarono l'arte della meditazione. Dopo 3 mesi durante una di queste pratiche l'esercito cinese fece irruzione nel tempio e spararono a tutti i monaci presenti lasciandolo in vita.CJ vide negli occhi dei soldati alcuna pietà per il massacro appena commesso e da allora perse la capacità di provare emozioni, come se in quella stanza uccisero anche la sua anima. Da allora fece una serie di pazzie senza preoccuparsi delle conseguenze. Come quella volta allo zoo di Londra dove riuscì ad entrare nella gabbia dei gorilla per poterli vedere più da vicino. La sua presenza infastidì subito il capobranco e solo l'intervento tempestivo degli addetti dello zoo gli impedirono di uscire di lì con un mucchio di ossa spezzate. Se la cavò con una denuncia per violazione di proprietà privata e la richiesta di una visita psichiatra da parte del giudice. A sorpresa di tutti i risultati clinici erano ottimi, CJ non era pazzo, e i dottori gli diagnosticarono l'atarassia in seguito ad una serie di test in cui gli venivano misurati alcuni parametri celebrali e circolatori davanti a situazioni di pericolo. CJ aveva il battito del cuore e la pressione sanguigna regolari mentre in soggetti normali si avrebbero avuto sbalzi notevoli dovuti alla paura o alle scariche ei adrenalina. Lui invece rimaneva ogni volta impassibile. Questa condizione mentale ti rende inerme di fronte al pericolo. CJ dovette imparare ben presto a convivere con l'atarassia, prima che la stessa potesse ucciderlo in qualsiasi momento.

Shelton capì che la sua capacità di tenere il sangue freddo e la sua prestanza fisica potevano servire a tenere ben salda la fune, mentre lui essendo più leggero poteva essere perfetto per essere calato.
Si legò la sommitá alla vita e dopo un rapido consulto con CJ sulle modalitá si scesa e risalita iniziò la discesa verso l'ammasso di rami e foglie che si erano accumulate nel burrone dopo il terremoto. Bobby iniziò ad agitarsi e a piangere. Se CJ era calmo come il mare in assenza di vento, Bobby era l'esatto opposto, un assemblato di panico e paura.
Dopo qualche metro Shelton toccò il primo tronco. Sembrava stabile e decise di testare la solidità del tronco sferrando un piccolo calcio. Fu come levare un mattoncino nel gioco jenga. All'improvviso crollò tutto per molti metri ancora. A quanto pare cadendo gli alberi si appaggiarono uno sopra l'altro dando l'impreassione che si trovassero sul fondo, ma la realtà era che il burrone fosse molto più profondo e la fune non bastava comunque per arrivare fin sotto.
«Tutto a posto Shelton?» chiese CJ
«Si, grazie a Dio nessun tronco mi è venuto addosso».
«Vuoi che ti porti su?».
«No CJ, fammi scendere, con un salto posso arrivare sino in fondo, poi tiri la fune su e cerchi di allungarla mentre controllo cosa possiamo salvare».
"É una follia devi riportarlo di sopra, troveremo un modo per uscire di qui" propose Bobby mentre CJ senza quasi sentirlo continuava a calare la fune sentendo le disposizioni di Shelton, considerato il più saggio dagli altri due.
Quando mancavano pochi metri una liana si strappa, il peso di Shelton ora gravava su due liane e Bobby dalla sua posizione vide tutta la scena. Le altre due funi cedettero, la distanza che separava Shelton dal suolo del burrone non era tanta ma cadde in maniera scomposta sul tronco provocandosi una frattura alla gamba destra. La scena era inquientate.
"Santo cielo, Shelton!" gridó Bobby, ma ogni tentativo di parlargli era reso vano dalle urla di dolore di Shelton.
«Amico mio scendiamo a prenderti, cerca di non muoverti» provò a dirgli CJ ma dopo pochi minuti dal burrone non si udì più alcun grido. Il silenzio era surreale. CJ si sporse e vide fuoriuscire del sangue da dietro la testa di Shelton.
"Merda, cadendo deve aver battuto la testa Bobby..il nostro amico Shelton ci sta lasciando vecchio mio, maledetta atarassia, non posso nemmeno piangere la morte del mio migliore amico"

Continua...

giovedì 9 maggio 2013

Il vero Taranto Oggi!

Questa vuole essere un critica non diretta ai cittadini di Taranto ma bensì allo Stato e al Comune di come stanno gestendo la questione ILVA. 
Questa sera mi sono imbattuto su Facebook in un post della pagina " Sostenitori del giudice Todisco", pagina a me amica, sempre affianco alle iniziative CONTRO IL MOSTRO. 
Quindi il post recitava questo:
"CHIUSURA AREA A CALDO COME A GENOVA", è un messaggio forte, per chi desidera la chiusura totale dell'impianto. Oserei dire coraggiosa nel momento in cui si chiede di essere almeno trattati come i cittadini di Genova, la cui disperazione è cessata nel 2002 con la chiusura delle cokerie per il loro impatto sulla salute, in particolare nel quartiere di Cornigliano, nelle cui vicinanze sorge lo stabilimento siderurgico. Uno studio epidemiologico[5] ha evidenziato una relazione tra polveri respirabili (diametro inferiore od uguale a 10 micron o PM10) emesse dagli impianti siderurgici ed effetti sulla salute. Lo studio epidemiologico attesta che nel quartiere di Cornigliano nel periodo 1988-2001, la mortalità complessiva negli uomini e nelle donne risulta costantemente superiore al resto di Genova. Nel luglio 2005 è stato spento anche l'altoforno numero 2 dello stabilimento di Cornigliano. Finisce l'era della siderurgia a caldo a Genova con notevole abbattimento dell'inquinamento e un aumento di disoccupazione. [fonte Wikipedia]
 Quindi noi chiediamo di essere paragonati ai genovesi per poi ottenere 11 anni dopo un abbattimento dell'inquinamento e un aumento della disoccupazione? Lo Stato ci abbandonerebbe come ha fatto con gli abitanti di Genova? E il responsabile di tutto questo chi è se non lo Stato stesso? Hanno venduto per 30 denari la fabbrica al demonio Riva con un'abile mossa sapendo che ogni pratica si sarebbe chiusa all'italiana, dal momento che chiare intercettazioni collegavano politici, dirigenti, propretari, Asl, e così via. Un processo diventa caso nazionale e si affrettano a creare un decreto Salva Ilva. Ora qui la gente è confosua. Organizza mega manifestazioni, solidarietà da tutto il mondo e dal mondo dello spettacolo italiano grazie a Michele Riondino, si organizzano concerti del 1° Maggio a favore del SI alla SALUTE e NO al RICATTO, ma in tutto questo ci si è dimenticati che il 14 Aprile appena passato si aveva la possibilità non dico di cambiare la storia (eppure) ma di poter urlare all'Italia intera, a Taranto c'è un problema serio, stanno morendo ma non vogliono la chiusura dell'Ilva perchè molte famiglie dipendono dalla fabbrica. Invece no, il 14 aprile poco più del 20% ha votato. Ma si può essere più coglioni di così? POTEVA ANCHE VINCERE IL NO, NULLA TOGLIE CHE IL 100% DEI DIRITTO AL VOTO DOVEVANO VOTARE. ORA POSSIAMO GRIDARE AIUTO QUANTO VOGLIAMO, TUTTI PENSERANNO (PERCHE' LO PENSANO VE LO ASSICURO) CHE AL TARANTINO NON GLIENE FREGA UN CAZZO DI MORIRE E PREFERISCE ESSERE CHIUSA NELL'IGNORANZA E MANTENERE UN POSTO DI LAVORO ANZICHE' LOTTARE CON I MEZZI GIUSTI PER OTTENERE I PROPRI DIRITTI. SVEGLIATEVI!
Caro Presidente Letta, non si sa mai nella vita lei legga questo messaggio. Detto da un tarantino che vede da fuorisede ciò che sta succedendo a Taranto La voglio informare che a Taranto si muore e la gente è confusa, il Comune è un circo equestre, gli animali ci sono tutti, volete per favore trovare una soluzione urgente? Non crede che i bambini di Taranto meritino di vedere i propri padri tornare da lavoro dal proprio balcone e non dover andare il giorno dopo a fare un ciclo di chemio. Qui è in atto un genocidio di massa di proporzioni enormi. I bambini nascono con i tumori. Non ha futuro la città. I TARANTINI NON SONO MENO DEI GENOVESI!!!AVETE COMBINATO LA PASTETTA E ORA PRENDETEVI LA VOSTRA RESPONSABILITA'!!
Mi scuso se ho urtato la sensibilità di qualche buon  pensante o di idee contrarie.

domenica 5 maggio 2013

L'amore merita amore



Il concetto è molto chiaro e semplice.
L'amore è un sentimento, un'entitá a se stante che ti prende poco alla volta o all'improvviso, come nel caso dei famigerati colpi di fulmine.
Fortunati sono coloro che accolgono l'amore nel proprio cuore e nel tempo lo curano, lo preservano e lo rispettano. Una volta che si è investiti d'amore non è plausibile pretendere soltanto.
Non ho mai visto nessuno maltrattare l'amore, trascurarlo e conservarlo per molto tempo.
Essere innamorati di una persona non significa porsi in uno stato di "protezione". Non bisogna dare per scontato che il per sempre dipenda soltanto dalla grandezza della storia o di quanto si è disposti a sacrificarsi per l'altro. Nella maggioranza dei casi la storia così come nasce è inevitabilmente finita e la quantitá di dolore e angoscia "postlove" è proporzionale al tempo in cui ci si concede all'altro trascurando l'amore stesso.
Può sembrare paradossale ma l'amore non ha a che fare unicamente con il proprio compagno, ma principalmente riguarda noi stessi. Noi ci leghiamo chimicamente all'altro secondo fattori più che altro chimici prima che l'amore possa benedirci e farci sentire al settimo cielo.
Ma cos'è l'amore se non una pennellata di rosa su tutte le nostre azioni quotidiane?
L'amore è la pittura, ma il pennello siamo noi, la differenza tra un'opera d'arte e una priva di valore sta nel tocco che diamo alle nostre giornate.
Ditemi come potreste celebrare l'amore con il vostro partner se prima non amate voi stessi e la vostra vita. Ci si lamenta dei problemi, della crisi ma vedo poche persone che cercano di cambiare le cose in cui si crede per poi prendersela proprio con l'amore. È troppo semplice celebrarlo quando le cose vanno bene, ma se vedere il mondo con due occhi a forma di cuore vi rende felici perchè non cercare in ogni modo di trovare una soluzione?
Ah l'amore quando bussa alla porta ti avvisa che una volta entrato poi non c'è posto per altri sentimenti come l'orgoglio, la rivalsa, il tradimento o il compromesso. Certo queste cose le ignoriamo in pieno quando l'amore bussa alla nostra porta, ma ignoriamo anche che porta con se una dose aggiuntiva di pazienza e la capacità più grande e difficile che esista: il perdono.
Essere innamorati non significa ad ogni costo annullarsi o reprimere i propri istinti. Quello è autolesionismo e demonizzazione di un amore che probabilmente esiste solo nelle parole ma non nei cuori.
Se si vuole amare ed essere amati bisogna soltanto essere sinceri con se stessi e soprattutto un grande amore va celebrato giornalmente e non solo quando si è a contatto con l'altro.
Sognatelo. Vivetelo.
Dedicato a chi crede che l'amore sia solo una questione di sesso, matrimonio o fortuna. Capire che non si tratta solo di questo è il primo passo per farsi benedire dall'amore altrimenti saranno solo come nuvole passeggere nella nostra vita.

sabato 6 aprile 2013

Il bus dei sogni

Bus Marino partito da Gallipoli con destinazione finale Vicenza, mi ha imbarcato a Taranto e mi lascerà a Bologna..dal mio passato/presente al mio presente/futuro..mi sta portando da dove tutto è iniziato a dove tutto proseguirá con l'aiuto del Signore che ci indicherá il cammino. Prima sosta dopo Foggia, scendo e compro una bottiglietta d'acqua e nel frattempo mi guardo intorno..tanta gente comune che per svariati motivi lasciano le proprie case per raggiungere una meta. Qualunque fosse il perchè si trovano su questo bus.. Capisci di essere fortunato quando sai che il tuo viaggio è meno doloroso di chi magari va a trovare un parente malato o un fratello che non vede da 15 anni e che dopo mille incomprensioni sono riusciti a rincontrarsi..dalla serie non è mai troppo tardi..pensieri del viaggio? Il futuro, i sogni e le speranze che questa vita nonostante i sacrifici da compiere pa voglio vivere e sono felice di avere una moglie favolosa e una figlia meravigliosa che mi rendono speciale ogni giorno di più..sono la mia vita.la mia gioia. Vi amo!! Colonna sonora del viaggio: Pink Floyd e Creedence..

lunedì 11 marzo 2013

11 Marzo 2013

Ciao amore mio,
oggi è stata una giornata dura, una di quelle giornate che proprio non riesci a non darti pace, grazie a Dio vicino a te c'è la mamma che non ti fa mancare niente e ti riempie d'amore in ogni attimo della giornata.
Il tuo papà cerca di resistere, cerca di andare avanti in questo periodo, ma ti assicuro che non è per niente facile. Stare lontano da te e dalla tua mamma è la sofferenza più grande mai provata nella mia vita, stare senza sentirvi, senza sapere che fate, sapere come state, senza potervi dare una mano, senza vivervi. Ieri la tua mamma mi ha dato una lettera bellissima, che mi ha fatto emozionare. L'ennesima dimostrazione che quello che sto perdendo, è tutto ciò che ho sempre sognato nella mia vita. Non so che fare credimi, so che non puoi leggere, almeno ora queste poche righe. Dicono che sono bravo con le parole, ma la verità è che non ce ne sono per esprimere come mi sento. Sappi che siete sempre nei miei pensieri e nel mio cuore. Vi amo tanto. Mi dispiace davvero tanto.

mercoledì 6 marzo 2013

6 Marzo 2013

Ciao polpetta,
Il tuo papá in questo momento si trova sul letto della sua stanza..le lezioni riprendono alle 15.00 e approfitto per riposare un po'. In questi giorni ci stanno davvero mettendo sotto con gli allenamenti e ne approfitto per mettermi in forma. E devo dire che mi sorprende l'impegno che ci sto mettendo. Ho sempre promesso di andare in palestra ma ovviamente non ci andavo. vuoi vedere che è la volta buona che papà elimina la pancia una volta per tutte? Così quando questa estate andremo al mare avrò abbastanza forza per giocare con te tutto il tempo che vorremo. Ti amo tanto piccola mia. Siete sempre al centro dei miei pensieri.

L'amore è il senso della vita

Non è un mio pezzo, ma è un stupendo. Ci fa capire che quando sposi una persona è perchè lei è la persona con cui davvero vuoi passare la tua vita. I problemi passano.

Mentre mia moglie mi serviva la cena , le presi la mano e le dissi:'' Devo parlarti''.Lei annui e mangio' con calma.La osservai e vidi il dolore nei suoi occhi....quel dolore che all'improvviso mi bloccava la bocca...Mi feci coraggio e le dissi:'' Voglio il divorzio''.Lei nn sembro' disgustata dalla mia domanda e mi chiese soavemente: '' Perche'?''.Quella sera nn parlammo piu' e lei pianse tutta l
a notte.Io sapevo che lei voleva capire cosa stesse accadendo al nostro matrimonio, ma io non potevo risponderle ....aveva perso il mio cuore a causa di un'altra donna ...Giovanna!Io ormai non amavo piu' mia moglie...mi faceva solo tanta pena...mi sentivo in colpa, ragion per cui sottoscrissi nell'atto di separazione che a lei restasse la casa, l'auto e il 30% del nostro negozio.Lei quando vide l'atto lo strappo a mille pezzi ! ''Come ?! avevamo passato dieci anni della nostra vita insieme ed eravamo ridotti a due perfetti estranei?!''.A me dispiaceva tanto per tutto questo tempo che aveva sprecato insieme a me ...per tutte le sue energie....pero' non potevo farci nulla...io amavo Giovanna!All'improvviso mia moglie comincio' a urlare e a piangere ininterrottamente per sfogare la sua rabbia e la sua delusione....l'idea del divorzio cominciava ad essere realta'.Il giorno dopo tornai a casa e la incontrai seduta alla scrivania in camera da letto che scriveva...non cenai e mi misi a letto...ero molto stanco dopo una giornata passata con Giovanna.Durante la notte mi svegliai e vidi mia moglie sempre li' seduta a scrivere...mi girai e continuai a dormire.La mattina dopo mia moglie mi presento' le condizioni affinche' accettasse la separazione.Non voleva la casa, non voleva l'auto .tantomeno il negozio...soltanto un mese di preavviso..quel mese che stava per cominciare l'indomani.Inoltre voleva che in quel mese vivessimo come se nulla fosse accaduto!Il suo ragionamento era semplice : ''Nostro figlio in questo mese ha gli esami a scuola e non e' giusto distrarlo con i nostri problemi''.Io fui d'accordo pero' lei mi fece un ulteriore richiesta.'' Devi ricordarti del giorno in cui ci sposammo , quando mi prendesti in braccio e mi accompagnasti nella nostra camera da letto per la prima volta...in questo mese pero' ogni mattina devi prendermi in braccio e devi lasciarmi fuori dalla porta di casa ''.Pensai che avesse perso il cervello , ma acconsentii per non rovinare le vacanze estive a mio figlio per superare il momento in pace.Raccontai la cosa a Giovanna che scoppio' in una fragorosa risata dicendo: ''Non importa che trucchi si sta inventando tua moglie...dille che oramai tu sei mio...se ne faccia una ragione!''.Io e mia moglie era da tanto che non avevamo piu' intimita', cosi' quando la presi in braccio il primo giorno eravamo ambedue imbarazzati ....nostro figlio invece camminava dietro di noi applaudendo e dicendo:'' Grande papa', ha preso la mamma in braccio!''.Le sue parole furono come un coltello nel mio cuore....camminai dieci metri con mia moglie in braccio ....lei chiuse gli occhi e mi disse a bassa voce:''Non dirgli nulla del divorzio ..per favore...Acconsentii con un cenno , un po' irritato, e la lasciai sull'uscio.Lei usci' e ando' a prendere il bus per andare al lavoro.Il secondo giorno eravamo tutti e due piu' rilassati ...lei si appoggio' al mio petto e..potetti sentire il suo profumo sul mio maglione.Mi resi conto ch era da tanto tempo che non la guardavo ....Mi resi conto che non era piu' cosi' giovane...qualche ruga ..qualche capello bianco....!Si notava il danno che le avevo fatto!ma cosa avevo potuto fare da ridurla cosi'?Il quarto giorno , prendendola in braccio come ogni mattina avvertii che l'intimita' stava ritornando tra noi....questa era la donna che mi aveva donato dieci anni della sua vita, la sua giovinezza, un figlio....e nei giorni a seguire ci avvicinammo sempre piu' .Non dissi nulla a Giovanna per rispetto!.Ogni giorni era piu' facile prenderla in braccio e il mese passava velocemente.Pensai che mi stavo abituando ad alzarla , e per questo ogni giorno che passava la sentivo piu' leggera.Una mattina lei stava scegliendo come vestirsi...si era provata di tutto, ma nessun indumento le andava bene e lamentandosi disse:''I miei vestiti mi vanno grandi, ''.Li' mi resi conto che era dimagrita tanto...ecco perche' mi sembrava cosi' leggera!Di colpo mi resi conto che era entrata in depressione...troppo dolore e troppa sofferenza pensai.Senza accorgermene le toccai i capelli ...nostro figlio entro' all'improvviso nella nostra stanza e disse :'' Papa' e' arrivato il momento di portare la mamma in braccio( per lui era diventato un momento basilare della sua vita). Mia moglie lo abbraccio' forte ed io girai la testa ...ma dentro sentivo un brivido che cambio' il mio modo di vedere il divorzio.Ormai prenderla in braccio e portarla fuori cominciava ad essere per me come la prima volta che la portai in casa quando ci sposammo...la abbracciai senza muovermi e sentii quanto era leggera e delicata ...mi venne da piangere!L'ultimo giorno feci la stessa cosa e le dissi:'' Non mi ero reso conto di aver perduto l'intimita' con te....Mio figlio doveva andare a scuola e io lo accompagnai con la macchina...mia moglie resto' a casa.Mi diressi verso il posto di lavoro ..ma a un certo punto passando davanti casa di Giovanna mi fermai ..scesi e corsi sulle scale...lei mi apri' la porta e io le dissi:''Perdonami..ma non voglio piu' divorziare da mia moglie...lei mi guardo' e disse: Ma sei impazzito?Io le risposi :'' No...e' solo che amo mia moglie...era stato un momento di noia e di routine che ci aveva allontanato ..ma ora ho capito i veri valori della vita , dal giorno in cui l'ho poortata in braccio mi sono reso conto osservandola e guardandola che dovevo farlo per il resto della mia vita!Giovanna pianse mi tiro' uno schiaffo e entro' in casa sbattendomi in faccia la porta.Io scesi le scale velocemente , andai in macchina e mi fermai in un negozio di fiori.le comprai un mazzo di rose e la ragazza del negozio mi disse: Cosa scriviamo sul biglietto?le dissi:''Ti prendero' in braccio ogni giorno della mia vita finche' morte nn ci separi''Arrivai di corsa a casa...feci le scale entrai e di corsa mi precipitai in camera felicissimo e col sorriso sulla bocca......ma mia moglie era a terra ...morta!.Stava lottando contro il cancro ...ed io che invece ero occupato a passare il tempo con Giovanna senza nemmeno accorgermene.Lei per non farmi pena non me lo aveva detto, sapeva che stava per morire e per questo mi chiese un mese di tempo...si un mese...affinche' a nostro figlio non rimanesse un cattivo ricordo del nostro matrimonio....affinche' nostro figlio non subisse traumi.....affinche' a nostro figlio rimanesse impresso il ricordo di un padre meraviglioso e innamorato della madre."
Questi sono i dettagli che contano in una relazione...non la casa....non la macchina....non i soldi...queste sono cose effimere che sembrano creare unione e invece dividono. Cerchiamo sempre di mantenere il matrimonio felice...ricordando sempre il primo giorno di questa bella storia d'amore.A volte non diamo il giusto valore a cio' che abbiamo fino a quando non lo perdiamo.

domenica 3 marzo 2013

mercoledì 27 febbraio 2013

Lacrime

Ci sono lacrime che non si possono vedere,
Parole dolci che non si possono udire,
Parole dolci che non si possono dire,
Morbide e calde stoffe che non si possono sfiorare.

L'anima grida a squarcia gola
Ma le orecchie di un uomo non possono ascoltare
Un canto divino risuona forte
L'amore ti chiama ma tu non puoi sentire.

Il tempo è maestro la via tortuosa
La vita si vive prima di pensarla
Si da peso a tanti inutili suoni quando
L'essenziale è invisibile agli occhi.

Con amore.

giovedì 14 febbraio 2013

Valentine's day it's one only day?

Vorrei augurare alla mia futura moglie Flavia e la mia splendida bimba Marica un Buon 1° San Valentino tutti e tre insieme. E per farlo vi spiego cosa è per me l'amore così capirete perchè vi faccio gli auguri.
Essenzialmente l'amore è la parte buona di tutti noi, e viene percepito tale soltanto se messa in contatto con la parte buona di chi ci è difronte. Gli americani infatti usano I love you non soltanto per dire ti amo, ma anche per dire ti voglio bene. Il concetto è molto semplice quanto nella sua pronuncia. Amore è un gesto compiuto senza scopi propri,  una decisione presa a discapito proprio per la collettività. Amore è il tramonto, spesso definito lo sfondo perfetto per un bacio tra due innamorati, ma può anche essere la fotografia perfetta per un rider dopo aver cavalcato l'asfalto per ore. Amore è la natura, quando la si rispetta, raccogliere una carta da terra e gettarla nel cestino non è solo segno di civiltà ma è anche un modo per dire alla madre terra che il mio posto su questo mondo lo sto occupando e cercherò per il periodo della mia permanenza di rispettarti. Amore è la domenica a Taranto. Le polpette, la raffo, il Taranto non è solo un trinomio da patito di calcio, è un uomo che realizza quella che per noi è la domenica perfetta. Amore è incontrare la persona che ti completa, che ti fa sentire realizzato e con cui decidi di passare il resto della tua vita. Perchè la vita è difficile, non sempre agievole, e vale la pena passarla, condividerla (realmente non su facebook!) con chi può completarti, con cui avere dei confronti, con cui litigare svariate volte finchè non si trova il modo giusto di comunicare, con cui realizzare un tetto familiare e soprattutto con cui realizzare una famiglia. Amore è il suo viso che ancora dorme (il correttore nel cervello te lo passerei), amore è il suo profumo e il suo chiedermi di stringerla per scaldarci la notte. E poi  amore è una polpetta di passati 6Kg che ha il potere di trasformare l'umore delle persone e realizzare veri e propri miracoli (vedere mio padre rincoglionito per la nipote). E quindi amore è tenerla in braccio, darle un bacio. L'amore tocca i suoi punti massimi quando lei ti sorride e nei suoi occhi vedi una vita appena sbocciata a cui hai dato il tuo contributo. Amore è sentirsi in debito con questa polpetta, ha fatto si che l'amore esplodesse come una bomba nella mia vita. Mi ha sommerso, spazzato via ogni nube da ogni angolo del mio cuore. Amore è la vita, sempre piena di ostacoli, ma pur sempre vita è, abbiamo due scelte: amarla e accettare ogni dono che essa stessa ci da oppure restarsene in disparte a recriminare di come si è sfortunati, poveri o disperati. Iniziate ad amare la vita che il resto vien da se. Perciò oggi iniziate col festeggiare S.Valentino e continuate a farlo ogni giorno, perchè un giorno senza amore non è un giorno degno di passarlo su questa Terra. E se credete di soffrire per amore e odiate l'amore, ogni tanto ricordatevi che qualcuno per amore di noi uomini si è fatto crocifiggere affinchè capiamo cos'è l'amore verso il prossimo e tramite una donna che piangeva un figlio capissimo cosa sia la vera disperazione. Se siete tristi è solo perchè lo volete voi!
L'amore per me siete voi Flavia e Marica. Siete la mia vita.

martedì 22 gennaio 2013

Ti fermi per una focaccia e....

Stasera le circostanze mi hanno portato ad essere testimone vivente di alcuni aspetti di una Taranto vera che molto spesso non si nota o meglio non notiamo perchè impegnati da altro.
Più avanti su via Dante, superato il mitico Righi, all'altezza dell'ospedale, c'è una pizzeria un po' atipica per chi un forestiero, ma vero simbolo per qualsiasi tarantino, Peppino Sport. Atipica perchè? Per i suoi profumi, per le sue gustose focacce e per i personaggi che ci passano.
Allora capita, mentre sei in attesa, di vedere la nonna che ordinando una focaccia dice alla commessa: “Che sia ben cotta signorì, che è per il bambino, mi raccomando ben cotta”, e quanta tenerezza ha mostrato nell'essere premurosa col proprio nipote, e ti rimanda con i ricordi a quando eri tu un bambino e tua nonna si prendeva cura di te come una seconda mamma, ti preparava il panino col pomodoro e la mozzarella (o mortadella a seconda dei gusti) e si raccomandava sempre se avessi mangiato. Potevi tornare a casa sporco, sudato, ferito, non se ne accorgeva mai la nonna, a lei interessava di non vederti “sciupato”. Oppure quanti di noi dopo una marachella si nascondevano dietro la nonna perchè protetti dai cattivi genitori? Esatto, è proprio la nonna quella persona a cui devi il sorriso pensando all'infanzia e la lacrima dolceamara di quando ne sentiamo la mancanza. Sono sicuro che anche mia figlia si riconoscerà in queste parole perchè non c'è società sviluppata o evoluta che potrà mai sostituire l'amore di una nonna per il proprio nipote e l'attaccamento protettivo di un nipote verso una nonna. Che Dio vi benedica nonne.
Subito dopo, il pizzaiolo mentre impastava mostra a tre ragazzi una foto appesa sul muro del locale, sulla quale c'è impressa una foto storica di Taranto, esattamente di una piazza che era sita all'incrocio di via Cesare Battisti con Viale Magna Grecia. Onestamente non sapevo nemmeno dell'esistenza di questa piazza e vedendo la foto mai mi sarei immaginato che al posto di quella speldida foto oggi c'è solo ferro e cemento.
Dove stiamo arrivando? Come abbiamo fatto a dimenticarci chi eravamo e cosa eravamo capaci di fare? Ci siamo venduti per una miseria. Marina e Industria hanno cambiato ahimè in peggio il volto di questa “amazing city” la chiamarebbero gli americani. Soprattutto noi tarantini così legati alle tradizioni stiamo perdendo contatto con le nostre radici, fatta di cultura e mare. E siamo fortunati pure ad averne due di mari. Non lasciamo però che i nostri errori ricadano sui nostri figli, impegnandoci a non distruggere ulteriormente questa “amazing city”, sempre come la chiamarebbero gli americani. Una città in cui per vedere una nuvola la devi quasi disgnare, in cui riesci a malapena intravedere dove il mare diventa cielo, una città chè è casa anche di molti delfini simbolo stesso di una città che di industriale ha solo un bacino di morti e disperazione.
Questa città ha una storia, ha una tradizione, ha un passato. Ma non dobbiamo mai perdere la speranza che il futuro possa sorricerci e tingersi di verde. Una Taranto diversa, una Taranto migliore, ce la dobbiamo meritare.
Il mio turno è arrivato, mi consegna la focaccia e anche qui non può mancare la battuta finale che mi farà uscire col sorriso: "pizz sce profum, è bell u gorgonzol" fa il pizzaiolo, "A vdè cu a mortadell", fa un tizio vicino.
Amen.