domenica 12 febbraio 2012

Questione di maturità

- Ciao Massi, te l'ho detto che a settembre divento papà?
- Davvero? Complimenti. Com'è aspettare?
- Senza dubbio una sensazione nuova ed inebriante. Ti stimola, ti fai molte domande alle quali solo il futuro può darti delle risposte.
- Io non sono pronto per essere padre. Non sono maturo.
E' un tralcio della conversazione avuta stamattina con un collega e mi ha dato l'opportunità di capire un concetto fondamentale secondo me. Non esiste un momento in cui una persona è talmente maturo da decidere di avere un figlio. Certe persone nascono con la predispozione ad essere genitore ma non esiste un momento nella vita in cui uno dice sono pronto. Un figlio non è un contratto, una situazione o un oggetto da acquistare. Un figlio non accetta compromessi, richiede solo amore e affetto. E può essere proprio lui che spinge un uomo a maturare non dal punto di vista del carattere ma della responsabilità. Perchè al mondo decidiamo noi chi e cosa essere e se non prendiamo in mano la nostra vita ci sfugge dalle mani che nemmeno ce ne accorgiamo. Per cui uno non dovrebbe sentirsi pronto di avere un figlio per paura di non potergli dare ciò che necessita, per quello c'è tempo. L'unica cosa da valutare nel momento in cui si desidera un figlio è quella di essere sicuri che la persona con cui si unirà la metà del tuo corredo cromosomico sia la persona che di più ami al mondo. Un figlio è amore e nasce, cresce e si sviluppa con amore, è pur sempre l'inizio di una nuova vita. Un miracolo.
E sono contro a chi crede che per fare un figlio servano anni di matrimonio successivo ad anni di fidanzamento. Un clichè del '700 che ogni volta che lo sento mi fa venir voglia di indossare una parrucca e formulare la dichiarazione d'indipendenza. Magari il matrimonio va bene e ti senti di aver perso gli anni migliori dietro a consigli di mamme e nonne invece che star dietro ad un pulcino di 10 kg che scorazza per casa. La storia è un ripetersi di situazioni che danno ragione prima ad un evento e poi ad un altro. La chiave è nel punto di vista in cui tutto viene visto.
Sarò un bravo genitore? Non lo so, ma so che avrò affianco qualcuno su cui contare e che potrà aituarmi a superare qualsiasi difficoltà.
Cosa ho da trasmettere a mio figlio? Il mondo, la natura e il rispetto per il prossimo. Tutto il resto lo imparerà dalle sue esperienze, perchè maestra migliore della vita non c'è nessuno.
La maturità serve alla mela per capire quando è pronta per essere mangiata. Non all'uomo per capire quando è pronto per essere padre.
One Love!

domenica 5 febbraio 2012

La porta dei sogni


E all'improvviso, l'amore. Sembra il titolo di un romanzo o di un film visto e rivisto. E lo pensò anche Debby Swanson quando vedendo entrare Jeremy dalla porta del suo negozio di liquori gli si squagliò il cuore in tante particelle contenti ciascuna concentrato d'amore.
Jeremy sembrava un giocatore di Basket o un attore, quel genere di ragazzo che mai e poi mai si avvicinerebbe a te a chiederti: "Ciao ti va di uscire?". In questo caso oltrepasseremmo il film ed entreremmo nel mondo dei sogni.
- Posso darle una mano? - Stranamente quando svesto i panni della romantica cronica e divento la supercommessa che tutti conoscono riesco a trovare il coraggio per parlare anche con una visione come lui.
Ma con Jeremy non funzionò.
- Si, dovrei regalare del vino ad un amico che è appassionato ed essendo io completamente imbranato in materia non saprei proprio come poter fare bella figura senza un suo consiglio.
Come può essere che un bel ragazzo come lui abbia anche modi gentili? Sarò single? I tipi come lui non sono mai single, avrà sicuramente la sua statuaria ragazza iperformosa che appoggia le sue mani addosso come un'arpia. Ad ogni modo il mio cervello iniziò vagheggiare per fiabe e castelli dimenticandomi di rispondere alla sua richiesta.
- Guardi se ha da fare comprerò quella più costosa, sicuramente ci sarà un motivo per cui costa di più.- che figuraccia, probabilmente era l'unica occasione che avevo per avere un approccio con un tipo così e getto tutto all'aria per rispondere a domande che nessuno mi ha posto.
- No mi scusi ero sovrapensiero.
- Non darmi del lei altrimenti mi fai sentire vecchio, mi chiamo Jeremy- e con questa frase mi autorizzò a stamparmi un sorriso a 32 denti da far invidia a qualsiasi protagonista di spot per dentifrici.
- Io sono Debbra, ma tutti gli amici mi chiamano Debby.
- Piacere Debby, ti prometto che se mi farai fare bella figura con il mio amico una sera di queste ti ripago con una cena preparata da me, fidanzato permettendo.
Fidanzato? Io? non sapevo se scoppiare in una risata isterica o in un pianto disperatorio.
- Nessun fidanzato Jeremy, ora se vuoi scusarmi vado di lì a scegliere il miglior regalo per il tuo amico e guadagnarmi la cena.
Andai nel retrobottega e scelsi un Brunello di Montalcini del 1997, una grande annata per il vino non tanto per me, ma in questo momento mi interessava far fare a Jeremy la sua grande figura con il suo amico.
- Allora Jeremy, ti consiglio questo vino italiano con il quale non puoi che far un figurone.
Alzo lo sguardo e non c'era più. L'uomo dei miei sogni era svanito nel nulla.
- Scusa papà dov'è andato il cliente che aveva chiesto del vino?
- Quale cliente Debby, vedi di svegliarti che devi aprire il negozio.
E ciò che sospettavo trovò conferma in un rumore assordante che era la mia sveglia.
Buongiorno Debby, questo è un altro dei tuoi sogni e sta per iniziare un'altra delle tue giornate fatta di clienti rozzi e inviti a cena di quello brufoloso di Barry il giornalaio. Alzati che è tardi.
Ma Debby non sapeva che quella mattina Jeremy avrebbe varcato per davvero la soglia del suo negozio.
.............continua..........